Green pass, in Ama controlli saltati. E in molti si danno malati

Caos all’entrata dei depositi dell’azienda dei rifiuti: nei cambi di turno poche le verifiche

Green pass, in Ama controlli saltati. E in molti si danno malati
di Alessia Marani
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Sabato 16 Ottobre 2021, 00:14

Il debutto del Green pass obbligatorio su posto di lavoro in Ama coincide con l’annuncio delle dimissioni dell’ad Stefano Zaghis e nella grande municipalizzata dell’Ambiente, persino il controllo del certificato verde va in tilt. Incertezza, dubbi su come procedere, c’è chi si precipita a fare il tampone, prova a entrare nei depositi, poi se ne va perché non ha in mano il referto, altri restano. Succede che nelle varie sedi distaccate la mattina c’è il referente dichiarato “responsabile” delle verifiche, ma che poi, nei turni successivi, la figura svanisce e i controlli saltano. In molti, intanto, per non avere problemi si sono messi in malattia. 

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LA DISPERSIONE

«Il regime di verifica non è partito bene - spiega Flavio Vocaturo della Cgil che non nasconde una certa preoccupazione anche sul fronte della raccolta dei rifiuti in strada - sappiamo che in alcune sedi qualcuno potrebbe essere sfuggito al check.

Molti si sono presi la malattia. Una situazione che è figlia di quest’ultimo “schiaffo” che l’amministrazione, lasciandoci senza più una guida in concomitanza con le elezioni, ha deciso di dare ai suoi dipendenti e operai. In un tale clima di incertezza amministrativa, in cui le responsabilità vengono a mancare o non sono più ben definite - aggiunge - dentro l’azienda si verifica una forte dispersione del controllo di cui ne sta risentendo anche il nuovo sistema dei pass». 

 

 

Una dispersione che trova terreno fertile, a quanto pare, soprattutto nelle diverse turnazioni degli operatori, specialmente serali e notturne «quando gli uffici amministrativi chiudono», afferma ancora il sindacalista. Il quale sostiene che «perché le procedure diramate secondo legge entrino a pieno regime dovremo aspettare almeno una settimana». Nel frattempo, però, a risentirne potrebbe essere anche la raccolta dei rifiuti. «Oltre alle assenze peserà la vacanza del vertice - insiste Vocaturo - perché inevitabilmente, a cascata, mancando una linea di comando netta, ne risentiranno tutti i servizi. Ecco, abbandonare un’azienda complessa come la nostra perché, con le elezioni, verrà a mancare la figura di riferimento del proprio sindaco, è un colpo di coda che non ci aspettavamo, un atto poco professionale e responsabile non solo verso i lavoratori di Ama ma verso tutti i romani». Dal canto suo l’ad Zaghis si è detto convinto che «si sia concluso un ciclo» da qui la decisione «per correttezza istituzionale» di lasciare l’incarico a insediamento della nuova giunta. 

 

LA GOVERNANCE

Oltre al problema della governance per Ama, all’indomani del ballottaggio e del verdetto sul nuovo inquilino numero uno del Campidoglio, tornerà sul piatto la questione del commissariamento dovuta alla cronica mancanza di impianti e di una discarica romana in grado di smaltire tutti o gran parte dei rifiuti capitolini. Se per gli sfidanti già nella campagna elettorale è stato chiaro che non esistono manager per tutte le stagioni, Zaghis ha giocato d’anticipo.
 

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