Roma, effetto del nuovo governo sulla Regione: l'idea di tecnici grillini in giunta

Roma, effetto del nuovo governo sulla Regione: l'idea di tecnici grillini in giunta
di di Stefania Piras
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Giovedì 5 Settembre 2019, 14:49
Ora, prima di accendere la fiammella che porterà al gran disgelo tra Pd e M5S, il governatore della Regione, e segretario del Pd, Nicola Zingaretti ha ancora due partite apertissime dentro e fuori la Pisana. Perché i matrimoni da combinare, a questo punto, si moltiplicano. C'è l'affaire sottosegretari e il rebus delle altre regioni che vanno al voto.
Primo elemento: ci sono ben due attuali assessori regionali in pole position per diventare viceministri: la responsabile del Turismo Lorenza Bonaccorsi e Gian Paolo Manzella che ha la delega ai Rapporti con l'Europa. Se dovessero trasferirsi al governo c'è l'ipotesi di rimpiazzarli con due tecnici di area pentastellata. Non due consiglieri regionali, dunque, ma due esponenti della società civile che si facciano interpreti di questa nuova stagione politica. I nuovi innesti diventerebbero tra l'altro un modello inedito: i Cinquestelle, o qualcuno scelto da loro, per la prima volta dentro una giunta regionale. L'altra partita aperta per poter preparare il terreno a questa operazione si gioca sui vari fronti regionali che tra poco andranno al voto. «Un'alleanza alla Pisana non potrà prescindere da un ragionamento complessivo su tutte le altre regioni. La prima cosa da capire è se si va con un candidato presidente rossogiallo ad esempio», spiegano dal consiglio regionale. Scenari che presuppongono un'intesa oliata e organica e quindi non immediati. Ma qualcosa si muove. Entrambi gli schieramenti dichiarano di avere già «rapporti buoni» da un anno e mezzo. Da quando il presidente Zingaretti propose a tutti il suo patto d'aula che lo ha portato sì ad arruolare in maggioranza due elementi spuri come Pino Cangemi ed Enrico Cavallari (gruppo Misto, eletti con la Lega e con Forza Italia), ma anche a votare diverse norme insieme ai Cinquestelle. E dunque i rapporti sono a buon punto, o quantomeno in fase avanzata.

«Potrebbe davvero essere la prima regione laboratorio, la nostra», si ragiona dalle parti del Pd regionale a poche ore dalla lista dei ministri stilata dal premier Giuseppe Conte. Ci si va cauti, o come dice il segretario dem del Lazio Bruno Astorre: «Un passo alla volta, ma comunque oggi il governo della Regione ne esce sicuramente rafforzato grazie al ruolo di Zingaretti».
Sogna un laboratorio politico comune, e per la verità lo sognava già in tempi non sospetti, la capogruppo stellata Roberta Lombardi che con Marco Cacciatore e Devid Porrello si muove molto a suo agio sotto il cielo rossogiallo. I consiglieri legati a Luigi Di Maio e Virginia Raggi, invece, rimangono in religioso silenzio. Sono Valentina Corrado, Gaia Pernarella e Silvia Blasi, feroci oppositrici di Zingaretti ma non tanto quanto Davide Barillari che invece non digerirebbe mai un ingresso in maggioranza e ha già detto che, nel caso, traslocherebbe al Misto. «Bisogna aprire una nuova fase di partecipazione costruttiva», va ripetendo Roberta Lombardi che si rivolge anche alle sue colleghe in regione quando dice: «Chi non credeva nella nascita di una maggioranza M5s-Pd ora non potrà essere tra i protagonisti della squadra di governo». E quindi, sembra dire, non potrà nemmeno avere voce in capitolo sul futuro.
 
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