Giovanni Manna, morto dopo la fuga dall'ospedale: «Il Gemelli ha una procedura ad hoc per i pazienti fragili»

Giovanni Manna, morto dopo la fuga dall'ospedale: «Il Gemelli ha una procedura ad hoc per i pazienti fragili»
di Michela Allegri
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Lunedì 6 Dicembre 2021, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 15:13

Si è allontanato dall'ospedale ed è sparito, senza dire nulla a nessuno. Qualche giorno dopo il corpo senza vita di Giovanni Manna è stato trovato al parco dell'Insugherata. Il professor Francesco Franceschi, direttore dell'Unità operativa complessa Medicina d'urgenza e Pronto soccorso del Policlinico Gemelli, spiega come sia stato possibile che Manna, 73 anni, malato di Alzheimer, sia riuscito ad abbandonare la struttura lo scorso 16 novembre.


Il figlio del signor Manna sostiene di avere avvisato i medici della patologia del padre una volta arrivati al Pronto soccorso. Sono state prese precauzioni?
«Le interlocuzioni dei figli, cui vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza, non sono avvenute con il personale del Policlinico, ma con il personale del 118, visto che nessuno ha accompagnato il paziente al Pronto soccorso.

L'infermiere del triage, dopo avere parlato con gli operatori sanitari e verificato i parametri vitali e che il paziente fosse vigile, collaborante e congruo nelle risposte, ha annotato che era affetto da Alzheimer e, quindi, il signor Manna è stato collocato in un ambiente protetto, ossia la sala gialla, con codice azzurro. Qui il paziente viene collocato in barella all'interno di una stanza che già accoglie i casi in trattamento. Questa sala è disegnata a raggiera, con la postazione di lavoro sanitaria situata al centro ed equidistante da tutti i pazienti».


I parenti del signor Manna avevano la possibilità di accedere al pronto soccorso? O la situazione era complicata dal protocollo anti-Covid?
«Assolutamente sì, anche in questo periodo certamente critico. La nostra organizzazione prevede che l'accompagnatore di un paziente fragile o non autosufficiente possa restargli accanto, garantendogli un tampone antigenico rapido eseguito in Pronto soccorso. In alternativa, avrebbero potuto sostare in sala d'attesa o nel piazzale».


Come ha agito il personale sanitario quando è emerso che il signor Manna si era allontanato?
«Le ricerche sono state immediate, il personale si è attenuto all'istruzione operativa validata dalla Joint Commission International. È stato allertato l'ispettore sanitario, il paziente è stato cercato prima nel Pronto soccorso e poi nei corridoi limitrofi. Quindi, sono intervenute le guardie giurate ed è stato chiamato il 112».


La normativa prevede di poter trattenere all'interno della struttura ospedaliera una persona contro la sua volontà, in caso di patologia invalidante?
«Nessuno può essere trattenuto contro la propria volontà come prevede il Sistema sanitario nazionale. In ogni caso la fragilità del signor Manna è stata trattata con tutta l'attenzione che meritava. È stato un allontanamento non comunicato al personale e improvviso. Da quello che abbiamo letto, solo un figlio sarebbe stato avvertito di questa volontà del signor Manna, e peraltro quando era già all'esterno del Pronto soccorso».


Come funziona la sorveglianza dei pazienti fragili?
«Abbiamo procedure e luoghi protetti per evitare l'allontanamento. Il paziente, nella sala gialla, viene costantemente monitorato. Se nonostante questo l'allontanamento si realizza, attiviamo le risorse per la ricerca, come avvenuto. In caso di irreperibilità nei minuti successivi si contatta il 112».


L'anziano è stato controllato dal personale sanitario, o si è allontanato prima del triage?
«Approfondimenti sono in corso. Comunque, il paziente è transitato al triage, dove gli è stato assegnato il codice appropriato, quello azzurro, ed è stato fatto adagiare su barella per essere collocato all'interno della sala presidiata dal personale sanitario. Non è stato lasciato da solo in sala d'attesa. Sarebbe stato visitato in tempi ragionevoli, che naturalmente scontano anche le emergenze presenti al momento dell'accesso. Quel giorno c'erano diversi codici rossi e arancioni».

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