I nuovi giardinieri sono già bloccati: «Non ci sono mezzi». Gli operatori senza lavoro

I nuovi giardinieri sono già bloccati: «Non ci sono mezzi». Gli operatori senza lavoro
di Camilla Mozzetti
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Sabato 13 Aprile 2019, 07:59

Alberi a rischio crollo, pericolanti, tronchi morti e abbandonati nel verde, siepi senza più una forma, talmente alte e gonfie da perdercisi dentro. Senza contare le condizioni degli arredi con le panchine fracassate, i giochi per i bimbi vandalizzati, le fontane divenute delle mini-discariche. Muoiono a poco a poco le ville storiche di Roma Capitale mentre il Comune non sa cosa far fare ai 71 nuovi giardinieri, che dovrebbero occuparsi proprio della salute di questi polmoni verdi, ma che rischiano, invece, di restare con le braccia conserte. Provate voi a far lavorare uno di loro che salvo un paio di guanti malandati non può contare su strumenti idonei a svolgere le proprie mansioni. Paradosso beffardo ma tanto è: la nuova infornata, che dovrebbe resuscitare il Servizio giardini da un lungo torpore, rischia di rivelarsi un conclamato flop giacché all'aumento di dipendenti non segue un incremento dei mezzi per la cura del verde cittadino. Tant'è vero che più di un dipendente confida: «All'inizio dovranno fare anche qualcos'altro». Decespugliatori, trattori, camion e cestelli: le disponibilità correnti dei cosiddetti strumenti da lavoro sono talmente residue che perfino i giardinieri attuali (senza contare dunque i nuovi assunti) passano le giornate a fare poco e nulla.

Qualche esempio? Nel II Municipio sono in servizio 18 giardinieri: 10 per villa Ada, 6 per villa Torlonia e 2 per villa Paganini. Oltre a questi spazi gli impiegati dovrebbero occuparsi anche della cura di villa Glori, villa Mercede, villa Leopardi, villa Chigi e parco dei Caduti, mentre villa Borghese gode di quello che potrebbe definirsi uno statuto a sé. Quanti sono gli strumenti e dunque i mezzi per poter lavorare? «Per un milione 300 mila mq di verde c'è un camion, un cestello fa di conto l'assessore municipale all'Ambiente, Rino Fabiano due motoseghe, due decespugliatori e un porter per portare via le ramaglie». Superfluo soffermarsi date le condizioni sul lavoro che (non) si riesce a svolgere. Non va meglio in un altro territorio che conta un'infinità di spazi verdi e ville, ovvero quello del VII Municipio. La presidente grillina Monica Lozzi con le risorse interne è riuscita ad assegnare 3 appalti esterni da un milione di euro «per poter garantire la cura spiega degli spazi di nostra competenza». Poi ci sono quelli che afferiscono al dipartimento Ambiente e dunque al Servizio giardini e che ammontano a «poco meno di 2 milioni di mq». Sul territorio lavorano 10 giardinieri che hanno a disposizione «un trattore, un furgone e due decespugliatori». Portare avanti il lavoro è difficile però si assumono i giardinieri «forse tra qualche mese confida uno di loro che lavora per il Comune da anni capiranno che non possono lasciarci così, ci accusano di non volere lavorare ma come faccio? Disbosco una siepe a mani nude?». Per la cura di tutto il verde di Roma Capitale servirebbe una cifra che il Campidoglio no potrà mai avere: più di 100 milioni di euro. Altro che i 4,5 stanziati e messi a bando nell'ultima gara per il verde orizzontale. Proprio per questo l'amministrazione di Virginia Raggi ha deciso di aprire un tavolo interistituzionale con il ministero dell'Ambiente e alcune università romane per cercare di capire in che modo reperire risorse e mettere in piedi un piano di attacco che possa salvare un enorme patrimonio destinato alla rovina. «Che si ricordino conclude il giardiniere anche di comprare qualche attrezzo».
 

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