Gli accertamenti hanno permesso di rivelare che il prodotto contenuto nell'autobotte non fosse olio lubrificante, come falsamente riportato sui documenti che aveva al seguito l'autista, ma era gasolio di contrabbando destinato al mercato della capitale. Le perquisizioni effettuate all'interno degli automezzi hanno consentito, inoltre, di accertare che tra i due soggetti vi erano stati numerosi contatti telefonici durante tutta la giornata e che l'indirizzo di destinazione del carburante era stato trascritto su alcuni appunti rinvenuti all'interno della cabina di guida. I due, colti in flagranza dai Finanzieri durante le operazioni di travaso del carburante, sono stati arrestati e portati al carcere di «Regina Coeli». Infine, è stata denunciata per concorso nel reato di contrabbando anche la proprietaria dell'area commerciale.
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