Fiumicino, la street art colpisce ancora: sopra le svastiche compaiono i capolavori d'arte

Fiumicino, la street art colpisce ancora: dopo i sonetti anti-svastiche, arrivano i capolavori d'arte
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Venerdì 31 Maggio 2019, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 13:23

La street art "impegnata" colpisce ancora. Accade a Fiumicino. «Il Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo, la «Primavera» di Botticelli, la «Crocifissione di San Pietro» di Caravaggio, la «Creazione di Adamo» l'affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina, ma anche opere di Magritte, Van Gogh, Modigliani, Dalì, Klimt ed altri ancora. Nuovo colpo di scena a Fiumicino nella «messaggistica» di Street Art ad opera di anonimi, comparsa sui muri della città. Dopo i sonetti di poeti che hanno coperto le svastiche i manifesti con le opere dei celebri pittori hanno invaso la città sul litorale romano, senza coprire simboli nazisti o fascisti.
 

 

Quasi a significare un messaggio culturale più trasversale e non «contro»: l'arte, nelle varie forme, utilizzata dagli ignoti autori, che potrebbero essere dei giovani, per lanciare una campagna, non come atto politico, ma come condivisione artistica anche se la finalità certa non è stata, fino ad oggi, rivendicata. Gesti che in parte ricordano quelli del movimento messicano «Acciòn Poetica», nato alla fine degli anni '90. Tra i manifesti comparsi figurano anche opere di Goya, Turner, Rembrandt ed Escher.

Nel frattempo, debutta oggi, l'iniziativa #FiumicinoaTestaAlta («La bellezza della poesia, in uno slancio estetico effimero, è riuscito nell'intento di smuovere tante coscienze assopite») lanciata dalla libreria per bambini, «Matrioska», che ha cominciato a distribuire segnalibri con gancetti, contenenti messaggi positivi, di gentilezza e di bellezza, con frasi di Rodari, Antoine de Saint Exupery, Platone, Tognolini ed altri, o in «bianco» da redarre autonomamente, da lasciare o affiggere in punti della città.

Iniziativa raccolta anche dall'associazione LaboraStoria che, però, mette a disposizione su fogli A4, da ritirare in sede o da ricevere con file via whatsapp dietro richiesta, «pillole di storia» del fascismo «per mettere l'accento sulla violenza e la privazione della libertà, sfatando i falsi miti con dati storici e raccontando la storia attraverso le citazioni di chi, in Italia, ha vissuto il carcere, le purghe o il confino».

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