La biodiversità entra di prepotenza nelle coltivazioni e negli allevamenti di dieci aziende presenti nei comuni di Fiumicino e Cerveteri. È questo lo spirito che anima i primi passi del neonato “Biodistretto Etrusco Romano” il cui obiettivo è creare una filiera di prodotti genuini in grado di valorizzare anche le peculiarità e la vocazione agricola del territorio. Un’esperienza già vissuta con successo da agricoltori e allevatori che hanno dato vita a sei Biodistretti nel Lazio, coinvolgendo anche gruppi che erogano servizi e fanno dunque parte dell’indotto. «Per il momento hanno aderito al progetto dieci aziende dedite all’agricoltura: nove di Fiumicino e una di Cerveteri, ma contiamo presto di ampliare la lista dopo la presentazione ufficiale nel castello di Torrimpietra – commenta Massimiliano Mattiuzzo, presidente del Biodistretto –. Nel territorio sono attive circa 50 strutture impegnate nell’agricoltura biologica e che occupano 4.700 ettari. Il nostro Biodistretto è dunque in rampa di lancio grazie alla sensibilità mostrata da Regione, Consorzio di Bonifica, Arsial e dai comuni di Fiumicino e Cerveteri». L’attività degli operatori agricoli, che ricade nei confini della Riserva statale del litorale romano, accelera e si allinea con i 40 Biodistretti a livello italiano.
VISITE DI DELEGAZIONI STRANIERE
Addirittura sta già facendo scuola grazie ai contatti con l’Università della Tuscia e quella de La Sapienza i cui studenti hanno iniziato a fare ricerca. «Non solo – sottolinea Mattiuzzo – le delegazioni colombiane e del Kazakistan ci sono venute e trovare per apprendere le tecniche di coltivazione sui 37 mila ettari di cui 15 mila utilizzati per orticoltura e foraggio-zootecnico con tanto di allevamenti di bovini di circa 15 mila capi».