Filobus a Roma, la beffa: il Comune paga per tenerli in deposito (da più di un anno)

Mezzi fermi per la mancata realizzazione dei corridoi della mobilità

Filobus a Roma, la beffa: il Comune paga per tenerli in deposito
di Fabio Rossi
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 18:18

Nei depositi di Tor Pagnotta e Monte Sacro ce ne sono complessivamente 75: trenta di proprietà dell'Atac (con un'età media di oltre 16 anni), 45 di Roma Metropolitane (acquistati nel 2009 e immatricolati quattro anni fa). Ma di filobus, sulle strade della Capitale, se ne vedono effettivamente davvero pochi: ormai soltanto alcuni (peraltro i più vecchi) sulla linea 90, che collega la stazione Termini con il capolinea di largo Labia, a Fidene, peraltro con l'eccezione dei mesi estivi. Anche qui con un dettaglio che sa di beffa: per due terzi del tragitto, per mancanza della linea elettrica aerea, questi mezzi sono alimentati a gasolio e non con l'elettricità, senza i previsti benefici in termini ambientali. In servizio ci sono, quindi, i veicoli costruiti dalla ditta polacca Solaris Bus & Coach in collaborazione con l'ungherese Ganz, che risalgono al 2004 e hanno una capienza di circa 139 passeggeri.

Filobus fermi, il caso a Roma

 

Gli altri filobus - i più recenti - restano fermi nei depositi, inutilizzati e comunque bisognosi di manutenzione, per non cadere definitivamente a pezzi e archiviare ogni futuro progetto di recupero.

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I CORRIDOI
È il caso delle 45 vetture Breda Menarini. Veicoli bloccati dalla primavera dello scorso anno perché - a causa degli ostacoli che tormentato la realizzazione dei corridoi della mobilità Eur-Laurentina ed Eur-Tor de' Cenci, riducendone di molto il possibile utilizzo dei filobus - l'azienda di via Prenestina ha deciso di non assumersi l'onere della manutenzione di questi mezzi.

Nell'ora di punta, secondo i piani del Comune, le linee filobus avrebbero dovuto offrire oltre 3500 posti ogni ora, divisi su tre linee: la 72 (ex 722) dalla stazione metro B Laurentina passando per il Campus Biomedico fino a via D'Arpe, a Trigoria; la 73 (ex 707) dal capolinea Agricoltura, passando per la fermata della metro Eur Palasport fino a via D'Arpe; la 74 da metro Laurentina fino a via Brunetti a Fonte Laurentina, dove verrebbe attivato un apposito nodo di interscambio con la rete filobus in via Brunetti e in via Capelli. Per ora, però, questi mezzi restano parcheggiati in deposito.

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Tutto ciò, peraltro, non senza costi aggiuntivi per i cittadini romani: il Campidoglio è tenuto a pagare all'Atac le spese sostenute per la custodia dei mezzi nella rimessa. Nel 2020 l'amministrazione comunale ha dovuto versare all'azienda del trasporto pubblico locale oltre 6 milioni di euro di rimborso, per compensare varie voci di spesa affrontate dalla municipalizzata in questo periodo.
IL FUTURO
A gennaio ci si è messo anche un incidente, a complicare ulteriormente le cose: un filobus si è spezzato in due in via Nomentana mentre era in servizio, per fortuna in un orario di basso affollamento e senza conseguenze per la ventina di passeggeri che si trovava a bordo in quel momento. Ora la municipalizzata ha bandito una gara, dal valore di poco meno di 20 milioni di euro, per riavviare la manutenzione dei 45 filobus della rimessa di via Mario Carucci. Ma, per rivederli in strada, bisognerà aspettare il 2022.

 

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