«Mio figlio autistico deriso, non perdono le maestre»: la denuncia di mamma Silvia: nessuno si è scusato

"Chi ha sbagliato deve essere punito, certo casi vanno denunciati: abbiamo cambiato istituto"

«Mio figlio autistico deriso, non perdono le maestre»: la denuncia di mamma Silvia: nessuno si è scusato
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 29 Aprile 2022, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 11:29

Martedì è stato il suo primo giorno di scuola, in un nuovo istituto che gli ha aperto le porte, raccolto il bisogno di una famiglia in difficoltà e, in parte, asciugato le lacrime di mamma Silvia, 28 anni appena, che ancora ripensa a quei messaggi, scambiati tra le precedenti maestre, «pieni di cattiveria» senza riuscire a farsene una ragione. Luca, suo figlio, ha sei anni ma nel 2019 gli è stato diagnosticato il disturbo dello spettro autistico. Frequenta ancora la materna «perché i medici - ricorda mamma Silvia - ci hanno consigliato di non iscriverlo subito alle elementari». Ma la scuola materna invece di proteggerlo, lo ha dileggiato e offeso per la sua patologia.

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A febbraio Luca e i suoi genitori contraggono il Covid-19 e dunque il bimbo si assenta dalle lezioni ma le maestre, in una chat scoperta poi dalla madre, invece di preoccuparsi del suo stato di salute, si auguravano che rientrasse il più tardi possibile.

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Nella denuncia che mamma Silvia ha sporto ai carabinieri dopo aver letto quei messaggi si rincorrono frasi che fanno rabbrividire: «Non disperiamo, magari torna miracolato», «Speriamo che non stia arrivando l'autistico». Ora che l'incubo è stato denunciato si prova a voltare pagina con una volontà precisa: «avere giustizia» e una speranza, «quella per cui fatti del genere non accadano mai più».
Signora Silvia martedì 26 aprile è iniziato un nuovo capitolo per lei, suo marito e il piccolo Luca.
«Quando ho scoperto cosa fosse accaduto non volevo alterare l'equilibrio di mio figlio e dunque non volevo cambiare istituto, nonostante quelle terribili chat che avevo scoperto, ma invece abbiamo trovato una nuova scuola materna. Ha iniziato martedì, si deve ambientare».
Come sono trascorse queste settimane?
«Con molta sofferenza. Il bambino, restando a casa, è regredito moltissimo, stavamo crollando insieme ma non posso permettermelo. Mi auguro che in questi ultimi due mesi si possa trovare di fronte degli obiettivi da raggiungere a piccoli passi con il sostegno delle nuove insegnanti».
Lei ha intrapreso una battaglia non appena ha letto i messaggi che le maestre di Luca si sono scambiate per giorni.
«Lo dovevo a mio figlio, leggere quelle parole è stato orribile. In questa battaglia però ho ricevuto molto sostegno a partire dal sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso e dal direttore dell'Ufficio scolastico Regionale Rocco Pinneri oltre all'associazione La battaglia di Andrea che mi ha spinto ad uscire dall'ombra e mi ha messo a disposizione il suo legale aiutandomi in tutto. Tengo a ringraziare anche il Comune di Roma nella figura dell'assessore alla Scuola Claudia Pratelli e l'amministrazione del V Municipio con l'assessore ai Servizi educatici Cecilia Fannunza per il supporto che ci hanno dato nel trovare la nuova scuola».
La prossima settimana ci sarà un'ispezione da parte dell'Ufficio scolastico regionale nella scuola, cosa si aspetta?
«Sarò ascoltata anche io, mi aspetto giustizia, chi ha sbagliato deve essere punito.

Le insegnanti dovrebbero colorare le giornate degli alunni, hanno una missione che però è stata tradita. Vorrei lanciare anche un appello: tutti i genitori che come me si trovano o si sono trovati davanti a queste ingiustizie devono denunciare, urlare, non tacere mai».


Lei ha paura che il suo non sia l'unico caso.
«Purtroppo sì, è capitato a mio figlio che poteva essere il figlio di tutti, mi auguro sia un'eccezione».
Con le precedenti maestre c'è stato modo e tempo per un chiarimento?
«No, non c'è stato. Nessuno si è scusato per quanto accaduto».
Neanche la preside della scuola?
«La preside non ci ha invitato a ritornare a scuola, ci ha inviato una e-mail dopo che è scoppiato lo scandalo e c'erano delle informazioni sbagliate che negavano le responsabilità palesi dell'istituto. Se avesse voluto aiutare Luca, lo avrebbe potuto fare fin dal primo giorno quando sono andata a scuola per denunciare tutto».
Il cambio di scuola, da che non voleva prenderlo in considerazione, è stato inevitabile. L'ha vissuto come una sconfitta?
«Non avrei mai voluto cambiare perché non è giusto nei confronti di mio figlio però non potevo lasciarlo in mano a delle persone che ne parlavano in quel modo. Il cambiamento non è sempre facile da affrontare però non ci siamo mai arresi. La nuova scuola è stata molto accogliente e ci aspettiamo di poter intraprendere un bel percorso».
Si sarebbe aspettata anche solo un messaggio di scuse, nonostante la denuncia sporta ai carabinieri e l'indagine avviata dall'Ufficio scolastico?
«Sì, mi sarei aspettata dei chiarimenti, che non ho mai ricevuto, sul perché di tanta cattiveria. Ma a questa domanda forse non avrò mai risposta».
 

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