Meno treni delle Ferrovie sulla Roma-Citavecchia, pendolari stretti come sardine

Meno treni delle Ferrovie sulla Roma-Citavecchia, pendolari stretti come sardine
3 Minuti di Lettura
Martedì 17 Marzo 2020, 12:34
Trenitalia riduce i treni e i pendolari si ammassano sui pochi convogli rimasti non mantenendo le distanze di sicurezza. Sulla Roma-Civitavecchia è stato impossibile ieri rispettare il decreto del Governo contro il Covid-19. Non per colpa dei poveri utenti della fl5 già costretti a recarsi nella Capitale per esigenze di lavoro, ma per via di una limitazione delle corse imposta dai vertici delle Ferrovie e giustificata da un calo dei passeggeri. 
In pratica l’orario classico è stato sostituto con quello festivo. Con cancellazioni e ritardi (come nella routine di tutti i giorni del resto) la situazione è precipitata. Risultato? Ancora più affollamento tra gli utenti delle stazioni di Cerveteri, Ladispoli, Palidoro e Fregene pazientemente in attesa con le loro maschere protettive. Un paradosso che, oltre ad aumentare i rischi di contagio, ha fatto imbestialire infermieri, forze dell’ordine, operatrici di call center, insomma quelle categorie costrette a non poter stare a casa. 
«È stato soppresso il treno delle 8.24 da Ladispoli verso Roma. Doveva partire da Civitavecchia alle 8 e magicamente è sparito», scrive Simona Galli sul gruppo Facebook del Comitato pendolari Litoranea Nord. Un lunedì nerissimo compresi i disagi pomeridiani. «Anche i treni di ritorno da Roma sono stati soppressi – critica Paola, un’altra pendolare – il prossimo magari sarà un carro merci alla faccia di chi dice di uscire esclusivamente per andare a lavorare, per evitare i contagi». Polemiche a non finire. «Hanno lasciato un unico treno nella fascia oraria dalle 6 alle 9 – sbotta un militare - sopprimendo tantissime corse». Cinzia, operatrice sanitaria, ha puntato l’indice contro la ressa sulle banchine dove a poco a poco aumentavano i cittadini in attesa dei convogli in netto e inspiegabile ritardo. «Gli spazi dentro erano quasi tutti occupati – racconta Monica Vaccaro, ladispolana – molte persone erano addirittura in piedi. Nessuno manteneva il metro di distanza imposto dal Governo. Già sulla banchina era difficile». Ieri al porto di Civitavecchia sono arrivate una nave da crociera e una di linea da Barcellona. «Il treno 12225 delle 6 era strapieno».
Si attivano le istituzioni. «In merito agli affollamenti segnalati dai nostri pendolari – dichiara Renato Galluso, delegato ai Rapporti con Rfi – abbiamo immediatamente contattato la società Trenitalia per chiedere di integrare nuove corse tra le 04.30 e le 08.42». La giunta comunale invoca uno «stop» agli assembramenti negli scompartimenti. «Stiamo attraversando un periodo difficile – aggiunge Galluso – ma assieme all’assessora ai Trasporti, Elena Gubetti, pretendiamo un implemento del servizio perché è fondamentale garantire a chi utilizza il treno per recarsi al lavoro di farlo in condizioni di sicurezza». Prende posizione anche il primo cittadino di Ladispoli. «Non si possono diminuire le corse in questo modo – sostiene Alessandro Grando - favorendo l’affollamento dei pochi treni rimasti. In questo modo si mette a repentaglio la salute dei cittadini. Nei Comuni chiediamo di evitare gli assembramenti, i trasporti non possono derogare a questa regola». 
Indetto subito un vertice tra le parti. «Effettivamente eravamo molto preoccupati – ammette Andrea Ricci, presidente del Comitato pendolari Litoranea Nord – e di fatto si è verificato uno scenario non consono alle direttive governative. Tuttavia, discutendo in queste ore con Regione e Trenitalia nell’Osservatorio dei Trasporti, siamo riusciti a strappare una corsa, quella che parte da Civitavecchia alle 4 del mattino». C’è poi il caso in sospeso di Palidoro-Torrimpietra. Essendo in vigore l’orario festivo dopo le 9, in stazione, transita un convoglio ogni 2 ore. «Ci dovranno essere dei correttivi – conclude Ricci – perciò torneremo alla carica il prima possibile. C’è in ballo la saluta pubblica». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA