Roma, Fauci riceve il dottorato di ricerca honoris causa dalla Sapienza: «I miei nonni sarebbero orgogliosi»

nella foto il brindisi del rettore Antonella Polimeni con Anthony Fauci in collegamento
di Laura Larcan
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Giovedì 13 Gennaio 2022, 19:56 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 17:01

Pollice alzato, l’ok in diretta, la bandiera degli Stati Uniti al fianco, Anthony Fauci strappa subito il sorriso. In collegamento streaming da Washington, il famoso immunologo americano con origini italiane è il grande protagonista della cerimonia di consegna del dottorato di ricerca honoris causa conferitogli dalla Sapienza di Roma. Lui non può che dirsi «onorato», non foss’altro che il riconoscimento arriva proprio dal Paese d’origine della famiglia. «Sono un italo-americano di seconda generazione - ha dichiarato - Se i miei genitori e nonni fossero vivi oggi, sarebbero orgogliosi di sapere che il Paese di cui sono originari ha conferito tale onore al loro figlio e nipote».

 

Il dottorato di ricerca honoris causa in Advances in infectious diseases, microbiology, legal medicine and public health sciences, va a Fauci «per il suo contributo fondamentale nello studio delle malattie infettive e immunomediate, con particolare riguardo ai primi studi pioneristici sulle infezioni da Hiv, alla messa a punto di misure di contenimento della trasmissione e di terapie efficaci contro l’Aids e, più di recente, per il suo forte e competente contributo nella lotta alla pandemia da SarsCoV2», ha spiegato la rettrice Antonella Polimeni.

Guardando agli ultimi due anni di pandemia, «vorrei sottolineare in particolare l’impatto e il contributo a livello mondiale di Fauci», ha aggiunto la rettrice.

A seguire la cerimonia ci sono anche Thomas Smitham, l’incaricato d’affari ad interim presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, e il professore Guido Silvestri in collegamento da Atlanta, che gli porta i saluti di tanti colleghi e amici. Lui, Anthony Fauci ringrazia con una lectio magistralis che fa mette a fuoco tanti nodi di estrema attualità. Sul tema vaccini, fa le «Congratulazioni all’Italia», dove «l’81% della popolazione ha ricevuto una dose» di vaccino anti-Covid. «Negli Usa il 74%. L’Italia ha fatto meglio degli Usa nel vaccinare i propri cittadini». Sulle varianti, afferma: «Il booster con gli attuali vaccini anti-Covid offre una buona protezione contro Omicron, per cui al momento non servono nuovi vaccini specifici per questa variante». Sul futuro del Covid: «È estremamente improbabile, se non impossibile, che riusciremo a eradicare il Covid». «Dobbiamo cercare di controllarlo a un livello così basso che non fermi la nostra società, come l’influenza e le altre malattie respiratorie con cui conviviamo oggi. Probabilmente stiamo andando in quella direzione, ma ora negli Stati Uniti con un milione di casi al giorno, 145mila ricoverati negli ospedali, non ci siamo ancora arrivati». Il suo auspicio è qiello di «unire le forze a livello globale per controllare la pandemia, potremo tornare a vivere una vita normale». 

IL COMMENTO

«Anthony Fauci ha una competenza enorme, che si è stratificata in oltre sessant’anni di lavoro», commenta Stefano D'Amelio, coordinatore del Dottorato in Advances in Infectious Diseases, Microbiology, Legal Medicine and Public Health Sciences della Sapienza. «Ma va sottolineato anche un aspetto molto importante nell'attività di Fauci, ossia il suo impegno nel rapporto con la politica. Lui è stato per sette presidenti degli Stati Uniti il consigliere scientifico. Va ricordato, per esempio, il suo ruolo di key architect nei programmi sull’Aids negli Stati Uniti. Sono ruoli, questi, in cui conta la grande competenza scientifica e medica, ma anche un grande senso dello Stato e delle istituzioni che Fauci ha avuto. E l’ha dimostrato in questi due anni di pandemia - continua il professor D'Amelio - Fauci è stato capace di essere equilibrato, di comunicare al grande pubblico la gravità della situazione, mantenendo rapporti con l’amministrazione in un momento complicato». Fauci è divenuto famoso come comunicatore brillante, efficace e simpatico. «Forse è stato merito anche delle sue origini italiane? Mi piace pensarlo, d'altronde Fauci ha sempre ricordato il suo legame con l’Italia - conclude Stefano D'Amelio - lui è stato mentore di tanti ricercatori italiani, a partire dal professore Silvestri. C’è eccellenza italiana sparsa nel mondo anche grazie al lavoro di supervisione didattica che ha fatto Fauci».

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