La procura, che aveva acquisito le denunce di Stefanori contro la Laing, era arrivata a una conclusione: nessun giro corruttivo, né gare turbate. Le accuse rivolte all'ex direttore generale di Farmacap, licenziata a due mesi dall'ingresso di Stefanori, sarebbero state infondate. Tesi ora avallate anche dal gup Francesca Ciranna, che ha disposto per Stefanori l'apertura del processo per il 30 aprile. Il pm Nadia Plastina, titolare delle inchieste su Farmacap, anzi aveva definito la gestione della manager virtuosa. Arrivando ad aprire un fascicolo su chi l'aveva, secondo lei, falsamente accusata. L'accusa di corruzione contro l'ex dg era apparsa strumentale. Stefanori riteneva che la vendita di farmaci all'ingrosso (secondo lui vietata dalla statuto) e a clienti scelti riservavano al dg margini di guadagno. Le indagini invece non solo hanno escluso ombre di mazzette, ma hanno ricostruito incassi aziendali per 800mila euro. Anche le gare sono risultate regolari. Per il pm le denunce sono calunniose perché provengono da un «denunciante qualificato in quanto avvocato e commissario straordinario che dunque non poteva ignorare il contenuto dello statuto Farmacap per un verso e le conseguenze delle proprie accuse dall'altro». Per la procura, anzi, si è trattata di una «gestione virtuosa dell'azienda municipalizzata che aveva invece, da anni, vissuto un pericoloso squilibrio finanziario ripianato nel 2014 dal Comune con un versamento a fondo perduto di 15 milioni». Il risultato: mentre le denunce avanzate dalla Laing, assistita dall'avvocato Donatella Amicucci, hanno portato all'arresto del predecessore di Stefanori e di alcuni farmacisti, le accuse contro di lei si sono rivelate false. Intanto per la Farmacap, che gestisce 46 farmacie comunali, è arrivato lo spettro della vendita.
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