Paracanoa, Fabrizio Aprile a Bracciano per le Olimpiadi

Paracanoa, Fabrizio Aprile a Bracciano per le Olimpiadi
di Valeria Riccioni
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Domenica 3 Febbraio 2019, 16:19
Fabrizio Aprile ha trentatré anni, è un uomo robusto, una voce brillante ed è campione di paracanoa polinesiana. Due anni fa ha iniziato ad allenarsi sul lago di Bracciano, nel 2017 ha conquistato il titolo di campione italiano di paracanoa per i 200, i 500 e i mille metri, confermato nel 2018 sui 200 e 500. Vive sul lago da quando è nato ed è lì, in una delle strade che percorreva ogni giorno, che un sorpasso sbagliato guidando la moto che desiderava da quando era bambino gli cambia la vita per sempre. Aveva diciotto anni e otto mesi quando un incidente stradale gli spezza il femore, va in coma farmacologico, lotta tra la vita e la morte, ma resiste e vince. La battaglia per la vita, però, gli porta via una gamba. Fabrizio non si arrende. Quindici anni dopo è campione italiano di paracanoa categoria VL3, nel 2018 partecipa alla coppa del mondo in Ungheria, agli Europei in Serbia arrivando in finale. Sempre nel 2018 gareggia ai mondiali piazzandosi settimo, oggi il suo obiettivo sono le qualificazioni per le Olimpiadi di Tokio. «Desidero raccontare la mia storia –dice- perché vorrei aiutare gli altri, come qualcuno ha aiutato me. Voglio far conoscere alle persone i vari modi che esistono per uscire da traumi e problemi».

La canoa polinesiana è la versione moderna delle antiche canoe che venivano usate dai guerrieri maori per i loro spostamenti in Polinesia. Ha un galleggiante laterale, chiamato bilanciere, che gli dà molta stabilità. L’incontro con questo sport è stato casuale, ma ricorda bene la prima volta che è entrato in acqua: «Era da poco nato mio figlio e cercavo un modo per scaricare la mente.
La mia compagna conosceva colui che mi ha fatto varcare la soglia del mio circolo, a Vigna di Valle. Da lì è iniziata questa mia nuova avventura. Era il 17 dicembre di due anni fa, mi è rimasta impressa nella memoria quella giornata perché l’acqua era gelata, non ne sapevo nulla di canoa e sono finito a mollo diverse volte. L’impatto non è stato dei migliori, ma è stato meglio così perché a quel punto è diventata una sfida». È così che ha sempre preso la vita ed è così che è riuscito a vivere la sua vita come desidera. Fabrizio Aprile lavora in un negozio edile a Trevignano Romano, ha studiato elettronica ma la sua passione è da sempre la meccanica, tanto che a vent’anni ha costruito con le sue mani tre go-kart. I suoi amici non credevano ai loro occhi: «Da subito, dopo l’incidente -dice- ho cercato il mio limite, ma non l’ho mai trovato. Sono riuscito a fare tutto, sempre. Ho affrontato tante difficoltà, ho passato anni infernali in cui facevo avanti e indietro ogni giorno dall’ospedale romano a casa, il dolore era forte, ma non mi sono mai arreso. Al centro protesi di Budrio, poi, ho conosciuto bambini e persone in condizioni drammatiche e anche per questo mi sento fortunato». In estate riesce ad andare in acqua ogni giorno. D’inverno Fabrizio si allena in palestra e nei giorni liberi dal lavoro entra al lago con la sua polinesiana. L’impegno, ora, è tutto per Tokio: lo attendono le gare per le selezioni olimpiche. 
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