La canoa polinesiana è la versione moderna delle antiche canoe che venivano usate dai guerrieri maori per i loro spostamenti in Polinesia. Ha un galleggiante laterale, chiamato bilanciere, che gli dà molta stabilità. L’incontro con questo sport è stato casuale, ma ricorda bene la prima volta che è entrato in acqua: «Era da poco nato mio figlio e cercavo un modo per scaricare la mente.
La mia compagna conosceva colui che mi ha fatto varcare la soglia del mio circolo, a Vigna di Valle. Da lì è iniziata questa mia nuova avventura. Era il 17 dicembre di due anni fa, mi è rimasta impressa nella memoria quella giornata perché l’acqua era gelata, non ne sapevo nulla di canoa e sono finito a mollo diverse volte. L’impatto non è stato dei migliori, ma è stato meglio così perché a quel punto è diventata una sfida». È così che ha sempre preso la vita ed è così che è riuscito a vivere la sua vita come desidera. Fabrizio Aprile lavora in un negozio edile a Trevignano Romano, ha studiato elettronica ma la sua passione è da sempre la meccanica, tanto che a vent’anni ha costruito con le sue mani tre go-kart. I suoi amici non credevano ai loro occhi: «Da subito, dopo l’incidente -dice- ho cercato il mio limite, ma non l’ho mai trovato. Sono riuscito a fare tutto, sempre. Ho affrontato tante difficoltà, ho passato anni infernali in cui facevo avanti e indietro ogni giorno dall’ospedale romano a casa, il dolore era forte, ma non mi sono mai arreso. Al centro protesi di Budrio, poi, ho conosciuto bambini e persone in condizioni drammatiche e anche per questo mi sento fortunato». In estate riesce ad andare in acqua ogni giorno. D’inverno Fabrizio si allena in palestra e nei giorni liberi dal lavoro entra al lago con la sua polinesiana. L’impegno, ora, è tutto per Tokio: lo attendono le gare per le selezioni olimpiche.
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