Fabiola Moretti, dalla Magliana ai processi: la parabola spericolata dell'ex zarina della Banda

La "Zia" torna in carcere: deve scontare 9 anni per detenzione e spaccio

Fabiola Moretti, dalla Magliana ai processi: la parabola spericolata dell'ex zarina della Banda
di Raffaella Troili
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Venerdì 29 Luglio 2022, 06:34

Il vizietto non l'ha mai perso. Anzi, l'ex primula rossa della banda della Magliana, Fabiola Moretti, ora soprannominata Zia, nel suo fortino dello spaccio nella periferia sud della capitale, si vantava «quando mi muovo io è tutto apposto» e «io sono entrata con 70 grammi nella Questura e sono uscita». Per l'ex compagna del boss Antonio Mancini, passato alle cronache con l'appellativo di Accattone si aprono davvero le porte del carcere questa volta, la pena è di 9 anni e 4 mesi, oltre a 60mila euro di multa.

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I carabinieri della Stazione Roma Divino Amore hanno dato esecuzione ad un provvedimento di cumulo pene emesso il primo luglio scorso dalla Procura di Roma, ufficio esecuzioni penali.

I carabinieri hanno prelevato la Moretti, 67enne, nella sua casa in via dei Papiri e condotta nel carcere di Rebibbia. La condanna da scontare è legata allo spaccio di sostanze stupefacenti in concorso commesso a Roma dal 2014 al 2019. Altri reati sono ancora pendenti, per la donna che ha fatto parte della banda che per anni ha gestito il traffico di stupefacenti e insanguinato la capitale tra gli anni 70 e gli anni 80 e che provò anche ad accoltellare il fidanzato della figlia.

L'ARRESTO
Di fatto, lei non ha mai smesso, entrando e uscendo dal carcere, spregiudicata e nota al grande pubblico anche grazie alla serie tv Romanzo Criminale, dove ha ispirato il personaggio di Donatella Caviati. Amante di Danilo Abbruciati - il camaleonte - la Moretti è protagonista di spicco della banda della Magliana dall'inizio. Quando Abbruciati viene ucciso a Milano nell'aprile 1982 legata da una grande amicizia con Enrico De Pedis, si unisce a un altro componente del sodalizio criminale, l'Accattone. Più tardi, per anni, come lui collaborerà all'inchiesta sulla banda. A lungo negli anni 90 è stata la grande accusatrice dell'ex senatore Claudio Vitalone nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Mino Pecorelli («è stato uno dei mandanti»). Il suo nome è legato anche all'inchiesta sul sequestro di Emanuela Orlandi nel giugno dell'83: grazie a lei, gli inquirenti sono arrivati a Sergio Virtù, ex autista di Renatino De Pedis, considerato uno degli autori materiali del sequestro rimasto irrisolto.

GLI STUPEFACENTI
Da anni la Moretti gestiva ancora il traffico di stupefacenti assieme ad altri sodali all'interno delle case popolari tra via dei Papiri e via degli Astrini, il fortino di Santa Palomba, dove lo smercio di stupefacenti funzionava sul modello Scampia tra vedette, pusher, intermediari, staffette e nomi in codice (latticini e pongo ma anche SH50 e i pupi i soprannomi della droga). I suoi numerosi arresti e conseguente pena sospesa e ritorno in libertà non si contano, dal gennaio 2022 al novembre 2019, dal novembre 2016 al dicembre 2015, fino al 2009 e il 2004.

I SOCI
Ora con Er Faina, Tonino, Testa lucida, Bestione, Chicco, Chicca, Celletto, la figlia di Mancini, Nefertari, Licco, Er Ciuppa, Gianni l'albanese in tutto 25 indagati, gestiva assieme a un altro gruppo sodale il narcotraffico a sud della capitale dal comprensorio piazza di spaccio I Papiri. Intercettazioni e telecamere hanno chiarito ruoli e responsabilità dell'associazione ai fini di spaccio, la Moretti si adopera per le forniture di entrambi i gruppi cui fanno capo Alessandro Fabeni e Er Faina compra «65mila euro di latticini» (una partita di hashish). Il gruppo va in trasferta a Napoli, presso l'abitazione di Rosaria Paolillo, ex compagna di cella della Moretti, che fa da intermediaria con il fornitore, poi la donna dà indicazioni a Nefertari, la figlia su come tagliare la droga «capito a mamma?, Casomai non toccare niente che ci penso io quando arrivo», poi la rimprovererà di essersi fatta trovare in casa tre bilancini.
 

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