Raggi: «Expo 2030, l'occasione per il rilancio di Roma»

Expo 2030, l'occasione per il rilancio di Roma
di Virginia Raggi
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Mercoledì 29 Settembre 2021, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 23:06

Expo 2030 porterà a Roma 45 miliardi di euro. Questo è il dato da cui partire, il più importante. Ecco perché essere candidati è un’occasione unica di rilancio per la città e per l’Italia intera. La stima è frutto di un rapporto preliminare realizzato dall’università Luiss con il supporto di EY Advisory, che ha osservato gli effetti economici e i benefici indotti legati all’Esposizione universale. Investimenti che saranno una ricchezza per la nostra città e produrranno effetti positivi anche dopo il 2030.

Desidero ringraziare ancora una volta il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che hanno creduto fortemente nella solidità della candidatura di Roma.

Ricordo ancora quando due anni fa ho iniziato a lavorare a questo piano. Abbiamo puntato su progetti concreti e innovativi. Questo significa non solo puntare alla riqualificazione di alcune aree cittadine, ma vuol dire disegnare un nuovo habitat inclusivo, interconnesso al suo interno e con il mondo, produttivo e diffuso. Vuol dire poter aprire le porte alle imprese e creare profitti per la nostra città. 

Il report della Luiss prende in esame numerose componenti – effetti economici diretti, indiretti, fiscali e di medio lungo periodo – generate dall’evento. Giusto per darvi qualche dato: si stimano 24 miliardi di nuove entrate prodotte dagli incrementi dei flussi dei visitatori e di quelli turistici, dalla maggiore domanda per le attività ricettive, le attività alberghiere, di ristorazione e commerciali in genere, dai servizi culturali, di intrattenimento e dei trasporti. Circa 2,5 miliardi sono gli introiti previsti dalla vendita dei titoli di ingresso e dalle attività collegate, mentre 7,3 miliardi gli incrementi fiscali prodotti. In concreto la sfida che ci attende si tradurrà in miliardi di investimenti, opportunità di lavoro. Inoltre sono stati presi in esame i riflessi positivi a lungo termine legati all’attrattività di nuovi investimenti internazionali, all’incremento del valore immobiliare e della rigenerazione del patrimonio esistente, alla maggiore attrattività turistica e alla creazione di nuove imprese che Expo produrrebbe, quantificati in 11,1 miliardi di indotto.

Tutto questo significa ottenere risorse, senza fare debiti, per dare un nuovo volto alla città e donarle slancio. Per farlo, vogliamo presentare al mondo un nuovo modello di città, una città “orizzontale” che superi la distinzione fra centro e periferia, che disegni la metropoli del futuro: un luogo che, pur nella specificità delle singole aree che lo compongono, ospiti dappertutto centri amministrativi e di ricerca, insediamenti produttivi e incubatori di start-up, infrastrutture e mezzi per la mobilità sostenibile, spazi di cultura e di aggregazione, aree verdi e parchi urbani, reti digitali e smart. Una città che promuova ovunque equità e mobilità sociale.
L’area urbana che proporremo per Expo 2030 è il Polo Est: si snoda dalla Riserva naturale del Fiume Aniene alla via Tiburtina, intercettando le aree di risulta ferroviarie, gli spazi dello Sdo di Pietralata, il Polo intermodale di Ponte Mammolo, le aree industriali dismesse da rigenerare sulla Tiburtina e lungo il tracciato della linea della metro B, fino al confine virtuale del Grande Raccordo Anulare (Gra) con gli ampi spazi aperti compresi tra il quartiere popolare di San Basilio e l’insediamento produttivo lungo via Tiburtina.

Roma Expo 2030 sarà quindi un’Esposizione diffusa basata su tre vie del viaggio che si incrociano: la via d’acqua, costituita dal fiume Aniene lungo la Riserva dell’Aniene; la via del ferro, costituita dalla linea Metro B e dal suo prolungamento oltre il Gra; la via della gomma costituita dalla via Tiburtina raddoppiata e adeguata per ospitare sistemi di trasporto con tecnologie avanzate. Le vie del viaggio intercetteranno i tre hub dell’Esposizione: il principale posto all’incrocio delle tre vie del viaggio all’altezza di Ponte Mammolo; il secondo in corrispondenza della Stazione Tiburtina; il terzo all’estremità opposta, nell’area del Parco agricolo di San Basilio. Lungo questo percorso, una serie di satelliti espositivi saranno articolati tra installazioni permanenti e temporanee. Lungo questo percorso verranno riqualificati interi quartieri periferici, come quelli di Pietralata, Ponte Mammolo e San Basilio. Non vogliamo costruire una semplice area espositiva che poi viene smantellata e lascia un vuoto: vogliamo invece lasciare in eredità a Roma la rigenerazione urbana di un intero quadrante della città, recuperando spazi della città abbandonati.

Per Roma la candidatura è un particolare motivo di orgoglio perché supera il racconto di una città dove non si possono fare le cose, anzi è la dimostrazione che nella Capitale si può fare tutto e anche meglio. Per me rappresenta una vittoria. Dopo aver rimesso a posto i conti abbiamo cominciato a ricostruire le fondamenta, abbiamo realizzato progetti e, tassello dopo tassello, Roma è tornata a essere credibile a livello internazionale. Ora siamo pronti a competere per raggiungere questo importante obiettivo. È una sfida che vinceremo.

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