Incarichi e spese pazze: l’ex presidente dei biologi a processo per peculato

Incarichi e spese pazze: l’ex presidente dei biologi a processo per peculato
di Enrico Lupino
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Domenica 3 Marzo 2019, 11:14
Una serie di incarichi da migliaia di euro assegnati senza che il consiglio ne sapesse nulla. È a processo per peculato l’ex presidente dell’ordine dei biologi Ermanno Calcatelli. L’accusa della procura è di aver usato i soldi degli iscritti per pagare consulenze ai figli, e alla moglie, dell’allora numero uno dello stesso ordine, Ernesto Landi, deceduto nel 2009. Spese che, secondo i pm, avrebbero raggiunto quota 400mila euro, sommando gli episodi contestati dagli uffici di piazzale Clodio. Calcatelli, all’epoca dei fatti, era consigliere segretario e avrebbe avuto in cura «per ragioni di tale pubblico ufficio – si legge nelle carte dell’accusa – la disponibilità del denaro incassato dall’Ordine professionale tramite i contributi annuali versati dai biologi iscritti». Secondo la procura che lo ha mandato a processo, Calcatelli e la figlia di Landi, Lorella “si appropriavano della somma complessiva di circa euro 170. 000,00 in spregio alla normativa vigente». 
 
Bypassando i criteri previsti per la selezione e l’assunzione del personale negli enti pubblici avrebbe predisposto una «fraudolenta delibera», bollata dal padre dell’imputata. La cifra era stata stanziata per l’incarico di portavoce del presidente e sarebbe consistita in un contratto da 5mila euro al mese per 34 mesi. Altra delibera, altro stanziamento per la moglie di Landi, Anna Pensato, coimputata con Calcatelli. Stavolta, contestano i magistrati romani, le quote degli iscritti sarebbero servite per «il pagamento…senza che ciò fosse stato correttamente deliberato nell’adeguata sede consiliare, mediante la presentazione di fatture». Su queste carte le diciture che avrebbero motivato la spesa sarebbero state “collaborazione organizzazione corsi e convegni” oppure “compenso per prestazioni rese”, risalenti al triennio 2007-2008-2009. Totale della spesa: 168.300 euro. Stesso schema sarebbe emerso con il figlio del Landi, Loris, ma con una cifra più contenuta: 60mila euro. Spesa motivata dalla presentazione di fatture, anche qui, recanti diciture “piuttosto generiche” scrive la procura: “collaborazioni rese all’ente”. 

«Un clima da tardo impero» lo ha definito in aula l’attuale presidente dell’Odb, Vincenzo D’Anna, ex senatore nelle file del gruppo Ala, parte civile nel processo e rappresentato dall’avvocato Gino Fulgeri. L’ex parlamentare campano ha riferito al Tribunale la situazione trovata al suo arrivo: momento, a suo dire, di un repulisti all’interno dell’ordine. «L’amministrazione dell’Ordine fino a poco tempo fa non seguiva una procedura deliberativa», ha ricordato D’Anna, Durante la deposizione in aula D’Anna ha poi aggiunto come il suo ruolo sarebbe stato decisivo «Se io non avessi mandato le carte alla magistratura, questa storia sarebbe passata in cavalleria». La testimonianza al processo si è chiusa col termometro della tensione in salita, visto il battibecco finale con la difesa. Il processo vedrà chi sarà a spuntarla se la nuova o la vecchia gestione dell’Albo che, fra ricorsi al Tar e polemiche sulle procedure d’elezione, stenta a trovare la pace. 
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