Equitalia, servizi rallentati per il coronavirus, l'ira dei cittadini: «Lasciati fuori anziani e mamme con neonati»

I cittadini in fila per ora
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Sabato 7 Marzo 2020, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 20:48
Emergenza coronavirus: a nulla sono valse sei ore di attesa al freddo e al vento di fronte all'Agenzia Equitalia di via Cristoforo Colombo, venerdì, a Roma per i 40 utenti tenuti in attesa al di fuori della struttura. Molti non sono riusciti a entrare e a espletare le pratiche. 

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A causa della questione coronavirus si è infatti verificato un forte rallentamento delle procedure usuali, con la conseguenza di fare attendere i cittadini fuori dall'ingresso principale. I cittadini, lasciati per ore al freddo e al vento pungente, avrebbero lamentato la mancanza di informazioni, senza avere alcuna garanzia di potere accedere agli uffici entro l'orario di chiusura. Solo nel pomeriggio, alla presenza di una pattuglia di Carabinieri, si è presentato il direttore della filiale.
«Alle richieste di spiegazione e di accordo da parte dei cittadini infreddoliti e stremati non ha dato alcuna risposta. Neanche alla proposta di mantenere l'elenco delle persone in fila per la giornata di lunedì o di concedere uno straordinario ai pochi impiegati presenti per non rimandare a casa l'utenza che era allo stremo», spiega la signora Marta Paloscia, una delle persone rimaste in fila per ore.

«E' stato un episodio di manifesto sadismo» dichiara Barnaba Maj, professore universitario, in attesa dalle 11 alle 16,15, riferendosi al rifiuto di far accomodare, all'interno della grande struttura, una mamma costretta a tenere in braccio un bambino di un anno, e all'indifferenza mostrata nei confronti di un'anziana signora con le stampelle.

«Considerando che il locale dell'Agenzia delle Entrate è uno spazio estremamente ampio - continua Barnaba Maj - non c'era alcun motivo per non permettere l'ingresso nella sala ad almeno una quindicina di persone alla volta.
Lo spazio d'attesa ricopre circa 200 mq e secondo le disposizioni di prevenzione sanitaria è sufficiente una distanza di circa un metro tra una persona e l'altra per prevenire eventuali contagi e si sarebbe senz'altro potuto offrire riparo dal freddo alle persone più bisognose
».

«Gli operatori di Equitalia non hanno dato il numeretto e questo li protegge dalle accuse imputate dai quaranta utenti esausti dalll'attesa e dal trattamento ricevuto» precisa Enrico Reali, commercialista in fila per l'intera giornata per conto di un cliente. «Ma la fila scorreva, con ingressi di 10 persone alla volta fino alle 10 del mattino e poi con ingressi meno numerosi dalle 11.30 in poi, prima cinque persone alla volta, poi tre e dopo pranzo nessuno, fino alle 16.15, quando una donna è stata finalmente fatta entrare per il suo turno» conclude il commercialista. A nulla è servito l'intervento dei Carabinieri che non hanno effettuato alcun verbale su quanto avvenuto e come invece richiesto da numerose persone. Alcuni dei cittadini vogliono sporgere formale denuncia. «Ho dato incarico all’avvocato di preparare e presentare un’esposto alla Procura della Republica di Roma. Suppongo lo presenterà lunedì», spiega Reali.

Tuttavia a quanto appreso in serata, i disagi sarebbero la conseguenza del fatto che Equitalia ha messo in campo le misure necessarie per ottemperare alle nuove disposizioni di tutela dei lavoratori e degli utenti degli uffici per l'emergenza coronavirus. In pratica, non sarebbe stato possibile aprire contemporaneamente tutti e 15 gli sportelli, dal momento che non si sarebbero garantite le distanze minime di sicurezza. Non tutti gli sportelli, poi, sono provvisiti di vetro separatore tra dipendente e utenza. Infine, sempre per motivi precauzionali e di salute pubblica, è stato contingentato l'ingresso delle persone, non più di dieci alla volta. Insomma, disagi legati alla situazione di emergenza a cui già dalla prossima settimana si dovrebbe porre ulteriore rimedio.  
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