Caro pedaggi sull'autostrada Roma-L'Aquila: il ministro dei Trasporti ascolterà i Comuni in rivolta

Il casello Roma-Est della A24
di Antonio Scattoni
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Martedì 26 Ottobre 2021, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 14:55

L'eco della fortissima protesta da Tivoli, Castel Madama, dalla Valle dell'Aniene contro il paventato boom pedaggi (fino a un +34%) sulla autostrada A24 (Roma-L'Aquila) e sulla A25 (Roma-Pescara) ha fatto breccia nella Capitale. La manifestazione dei cento sindaci del Lazio e dell'Abruzzo che volevano "assediare" il Ministero dei Trasporti è stata annullata nella tardissima serata di ieri, quando è arrivata la notizia che Enrico Giovannini, responsabile dei Trasporti nel Governo Draghi, ex presidente dell'Istat e dell'Ocse, incontrerà o domani o dopodomani una delegazione dei Comuni. Gli aumenti per i pendolari che si muovono tra Subiaco, Vicovaro-Mandela e il casello di Roma-Est potrebbero arrivare fino a 700 euro all’anno. L’inasprimento della battaglia è stato deciso in una riunione nel Comune di Carsoli al confine tra le due Regioni. La possibilità di un boom del 34% delle tariffe autostradali era stato annunciato dalla “Strada dei Parchi”, società che gestisce la Roma–L’Aquila e la Roma-Pescara in una audizione alla commissione Ambiente alla Camera dei Deputati. Il rincaro, se non accadrà qualcosa, scatterà dal 1° gennaio e l’assenza di risposte da parte delle istituzioni preoccupa abitanti e Comuni: Tivoli, Subiaco, Jenne, Cineto, Roiate, Castel Madama, solo per citarne alcuni, oltre a quelli dell’Abruzzo.
«A due settimane dall’inoltro di una richiesta di incontro tutto tace - dicono in coro i sindaci - Il presidente del Consiglio, il Ministro dei Trasporti Giovannini e quello delle Finanze, insieme ai due commissari, non hanno dato alcun riscontro, dimostrando apparentemente scarso interesse alla soluzione della problematica e totale mancanza di rispetto istituzionale verso gli amministratori di Lazio e Abruzzo». I primi cittadini chiedono il blocco delle tariffe in attesa dell’approvazione del piano economico finanziario dall’ente gestore e la soluzione dei problemi su A24 e A25. «Siamo disposti – concludono – a qualsiasi protesta per evitare la stangata. Nel corso dell’audizione la Strada dei Parchi, annunciando il rischio aumento del 34%, ha sostenuto che “il rincaro dipende da un lato dal blocco tariffario per effetto di alcuni decreti interministeriali, dall’altro dalla mancata approvazione del Piano economico finanziario dal 2013. Non avere un piano si ripercuote sull’aumento prospettico delle tariffe”. Ma cosa c’entrano i cittadini? La gente non può essere trattata così».
Le tariffe ora sono quelle del 2017. Ma nei 14 anni di gestione privata dell’autostrada sono già aumentate del 187%. Nel Lazio ad essere particolarmente colpito sarebbe il comprensorio della Valle dell’Aniene, che usa il casello di Vicovaro-Mandela. Per percorrere i 41 chilometri tra lì e Roma si pagano 4,30 euro: strada di montagna e undici pianeggianti. «Con l’aumento previsto – dice il sindaco di Cineto, Massimiliano Liani – si passerebbe a 5,40 euro: 2,20 euro in più al giorno per l’andata e ritorno, da proiettare su centinaia di giorno di lavora all’anno: una mazzata».
La protesta trasversale nel comprensorio abbraccia tutti i partiti: «Aumenterebbe il fenomeno dello spopolamento dei Comuni montani – spiega il sindaco di Anticoli, Francesco De Angelis – Con costi esorbitanti per raggiungere il posto di lavoro o di studio ci sarebbero tanti trasferimenti nelle periferie romane».

Gli aumenti si ripercuoterebbero anche sui costi di trasporto: «La cosa – dice Marco Peciola dell’associazione commercianti We-Net di Subiaco – porterebbe a un aumento dei prezzi». Sul piede di guerra i pendolari: «Per chi è costretto a viaggiare con l’auto – dice Marco Tozzi – è una stangata». «Pagherò più di autostrada e più di diesel – dice Mario su un social – È insostenibile».

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