Emilia 4, la macchina da corsa ad autonomia potenzialmente illimitata alimentata dal sole

L'Emilia 4 a Colleferro
di Luigi Biagi
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Venerdì 22 Aprile 2022, 15:34 - Ultimo aggiornamento: 15:42

È una macchina con un'autonomia potenzialmente illimitata. È la "Emilia 4", l'automobile elettrica alimentata da un pannello solare speciale, progettata e costruita dall'Università di Bologna. La vettura pensata per le competizioni automobilistiche ha già vinto diversi premi in giro per il mondo, nelle gare dedicate ai veicoli alimentati ad energia solare. Stamattina ha sfilato sulle strade di Colleferro, vicino Roma, in occasione della firma del protocollo d'intesa per lo sviluppo del settore aerospaziale tra la Regione Lazio e il Comune, che quest'anno è "Capitale Europea dello Spazio". Il veicolo è stato prodotto con la fibra di carbonio fornita dall'Avio, la società che a Colleferro costruisce i vettori aerospaziali "Vega".

"La Emilia 4 è una macchina nata per consumare poco - spiega il professor Giangiacomo Minak, dell'Università di Bologna - e con una buona insolazione, a una velocità di 60 chilometri orari, può avere un'autonomia illimitata. È chiaro che più aumentiamo la velocità e più diminuiamo l'autonomia".

Poco più di trecento chili di peso, completamente in materiale composito rinforzato mediante fibra carbonio, monta una batteria che pesa 150 chili. Il motore sprigiona una potenza di 3 kilowatt e a pieno carico (4 persone) può arrivare a 110 chilometri orari.

Negli Stati Uniti l'Emilia 4 ha vinto l'American Solar Challenge, percorrendo gli States per 2780 chilometri senza mai ricariare la batteria da una presa di corrente. "In assenza di sole la sua autonomia è di mille chilometri" afferma il professor Minak. L'automobile è stata progettata e costruita nel 2017 con il contributo della Regione Emilia Romagna. Per essa l'Università ha sviluppato delle nuove tecnologie, due delle quali brevettate.

I motori sono speciali. "Sono completamente autocostruiti - spiega Minak - perché sono stati progettati all'interno del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell'Università di Bologna mentre il resto è stato progettato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale. Grazie a questa collaborazione abbiamo dei motori unici in termini di caratteristiche e di efficienza".

Cosa manca per l'immissione nel mercato? "Manca il cambiamento del paradigma della mobilità. Deve passare il concetto - afferma il professore - per cui non dovremmo aver bisogno di andare veloci o di avere grandi volumi da spostare. Magari, anche con lo sviluppo della guida autonoma, potremmo andare verso la costruzione di veicoli più leggeri, con meno problematiche di sicurezza e ampia autonomia, con velocità adeguate anche senza avere grandi batterie e con motori molto piccoli".

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