Emanuela Orlandi, famiglia affida incarico per esami sulle ossa trovate nel cimitero Teutonico: «A settembre novità sul caso»

Emanuela Orlandi, famiglia affida incarico per esami sulle ossa trovate nel cimitero Teutonico: «Fugare ogni dubbio»
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Sabato 1 Agosto 2020, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 20:15

Emanuela Orlandi, la famiglia ha affidato l'incarico per eseguire le analisi su alcuni frammenti ossei repertati nel cimitero Teutonico, all'interno della Città del Vaticano, un anno fa. I familiari della ragazza scomparsa il 22 giugno di trentasette anni fa hanno deciso di procedere privatamente alle verifiche dei residui ossei selezionati dai loro consulenti, il dottor Giorgio Portera e la dottoressa Laura Donato, a seguito delle attività svolte nel luglio del 2019 presso il cimitero vaticano.

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Le analisi verranno eseguite presso il laboratorio Toma Lab di Busto Arsizio per la parte genetica, e presso il Cedad dell'Università del Salento per la datazione tramite radiocarbonio. «Portare a termine le analisi sui residui è un atto dovuto - dice all'Adnkronos l'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi - perché è necessario fugare ogni dubbio su questa controversa vicenda, nonostante risulti ancora incomprensibile il modo di procedere che è stato stabilito dalle autorità vaticane».

Con un'istanza depositata lo scorso 25 giugno al giudice unico dello Stato della Città del Vaticano la famiglia di Emanuela aveva, infatti, deciso di opporsi all'archiviazione del procedimento relativo al caso dei resti ritrovati presso il cimitero Teutonico annunciando, tra l'altro, di voler procedere a eseguire accertamenti sui frammenti ossei. Un atto in cui l'avvocato Sgrò chiedeva anche di ascoltare il fratello Pietro Orlandi e l'acquisizione della documentazione integrale dell'attività svolta dall'ufficio del Promotore con copia dei filmati dell'attività peritale.


 

 
 




«Abbiamo affidato alcuni frammenti ossei ad un laboratorio, ci sarà prima l'analisi del carbonio 14 per la datazione e successivamente, se ci saranno le condizioni, l'esame del dna», riferisce Laura Sgrò, l'avvocato di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela che non ha mai smesso di cercarla. Per Sgrò le prime risposte potrebbero esserci già «a settembre».

Le operazioni sono seguite dal perito di parte, il genetista Giorgio Porterà e, nella prima fase, sono eseguite dal Cedad dell'Università del Salento, a Lecce. Il 20 aprile di quest'anno, in pieno lockdown per la pandemia di coronavirus, il Vaticano aveva chiuso il caso offrendo alla famiglia la possibilità di procedere autonomamente nelle analisi. In quell'occasione l'avvocato Sgrò sottolineò la poca collaborazione della Santa Sede considerato che era difficile muoversi e fare gli accertamenti. Poi gli Orlandi hanno chiesto e ottenuto una proroga di 90 giorni per fare esaminare questi frammenti. I frammenti di ossa ritrovati sono troppo datati - era stata l'argomentazione del Vaticano - per appartenere alla giovane scomparsa.

«La cosa certa è che non ci fermiamo. Passata questa emergenza sanitaria legata al Covid-19 torneremo a insistere - aveva annunciato Sgrò - e ad andare avanti. Non possiamo lasciar correre in questa maniera la vicenda dopo tutto il dolore indicibile che questa famiglia vive da 37 anni». Passato il lockdown in questi giorni c'è stato l'affidamento al laboratorio. «Penso che molte cose si stanno muovendo, a settembre immagino delle novità sul caso», conclude l'avvocato Sgrò.

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