Un anno senza Elena Aubry, la processione dei centauri: «Ostiense, nulla è cambiato»

Un anno senza Elena Aubry, la processione dei centauri: «Ostiense, nulla è cambiato»
di Maria Lombardi e Mirko Polisano
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Lunedì 6 Maggio 2019, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 13:37

Ventidue caschi da motociclista disegnano a terra, davanti all'altare, una piramide. «Elena non è morta, guardate cosa ha fatto!». Ha riunito in una palestra di Corviale, che in un pomeriggio di vento si fa chiesa, una schiera di centauri con le giacche di pelle nera, e fuori da lì è riuscita a metterne insieme 650mila, nel gruppo «per Elena, per la vita». Ha ispirato la battaglia per le buche e quella per i guard rail sicuri. Ha guidato la processione di moto, ieri, sulla via Ostiense, il luogo dell'incidente. Tutto come allora, «la stessa strada killer». Mamma Graziella abbraccia chi è lì a ricordare un anno per Elena, dalla disperazione senza fine alla speranza di poter fare qualcosa, perché non si deve morire così a 26 anni. Accarezza la ragazza che ha dedicato a sua figlia la tesi di laurea, stringe la mamma di Giammario, stessa età di Elena, andava in moto e la mattina di sei anni fa era diretto all'università, percorreva la Braccianense, «i nostri figli hanno tante cose in comune», Lucia Colella piange tra le braccia di Graziella.
 

 


«Era un anno fa. Alle 10,40. A volte il destino fa percorsi crudeli. Elena cadeva dalla moto sulla via Ostiense e io percorrevo la strada in senso opposto. I vigili sono venuti a cercarmi al ristorante. Certi momenti non si possono raccontare». Il 6 maggio 2018 Elena Aubry sbanda, ancora non si sa perché, e muore. «Per chi ha perso un pezzo di cuore ma ha guadagnato un angelo», prega all'altare Graziella Viviano, accanto a don Romano Rossi, il vescovo di Civita Castellana che celebra la messa in ricordo della ragazza. «Per tutto quello che riusciremo a fare insieme per salvare i nostri ragazzi».
LE BATTAGLIE
«Ne abbiamo fatto di cose in questo anno, ed è tutto merito di Elena. Qui ci sono tanti appassionati di moto, ormai la mia famiglia, sono arrivati anche dalla Sardegna e dalla Sicilia. Elena ha voluto che tornassi nel mondo del motociclismo, io che da giovane ero un'appassionata. Eravamo un piccolo gruppo all'inizio, una trentina. Adesso siamo in 650mila mila, da tutta Italia: Per Elena tutti insieme, per la vita, si chiama così il gruppo che riunisce 240 associazioni». Ne ha fatto di cose mamma Graziella: la battaglia per le buche, a cerchiare con lo spray i pericoli dell'asfalto in tutta la città, quella per i guard rail e la prossima sarà per gli airbag. «Non chiedetemi perché l'ho fatto, ogni giorno c'era qualcosa davanti a me. Ho ascoltato e pensato. Sapete perché sono così? Se me lo chiedete è perché non avete conosciuto Elena. Mi avrebbe cazziato se non fossi andata avanti. Quando sono triste vedo mia figlia sulla porta che mi dice: mamma, che fai? E allora mi riprendo e vado a rompere le scatole agli altri motociclisti con qualche altra idea».
Graziella è stata ricevuta dal ministro Toninelli lo scorso 8 marzo, «la legge sui guardrail protetti è in fieri». E adesso c'è una nuova sfida. Nove avvocati di Foggia si sono messi a disposizione per redigere una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede la possibilità di scaricare dalle tasse l'acquisto di giubbotti airbag per motociclisti. Ci mobiliteremo in tutta Italia con i banchetti per raccogliere le firme, ce ne servono 50mila». Il podista Pietro Mirabelli affida a Graziella una medaglietta con un nastro rosso, la prima che ha vinto nella sua carriera sportiva, «è per Elena».
Dopo la messa e le parole di don Romano, parte da Corviale la processione di moto e auto verso la via Ostiense. Rombo di motori, i fiori davanti all'albero dove Elena sorride in foto. «Questa strada deve essere rifatta e messa in sicurezza», l'appello della madre. «Che si faccia avanti l'infermiera che era lì quando Elena è caduta. Andava in scooter, è stata la prima soccorritrice e poi è sparita». Una fila di motociclette sul lato della strada maledetta, un bauletto con il volto della ragazza. Davanti all'albero qualcuno si abbraccia in lacrime.

 

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