Elena Aubry, morta per un incidente in moto. La madre: «I nostri figli eroi, salveranno altri»

Italiano trovato morto in Kenya sulle rive di un fiume: forse la causa è un ippopotamo
di Rosalba Emiliozzi
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Lunedì 18 Febbraio 2019, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 17:40
Con il suono del vecchio drin-drin telefonico si apre il video messaggio di Graziella Viviano, la mamma di Elena  Aubry, la belllissima ragazza romana morta a 25 anni in una domenica di sole a causa di un incidente di moto lungo via Ostiense, a Roma, costellata di buche, radici e pericolosi avvallamenti sull'asfalto.
 

Una mamma che non si è arresa alla morte e che spiega perché insieme a sua figlia conduce una battaglia per la vita. «Gli incidenti sono la principale causa di morte dei ragazzi sotto i 35 anni -  dice nel video - queste morti non devono più avvenire. La strada non deve uccidere. Dobbiamo portare messaggi concreti affinchè le cose cambino realmente. Vi vorrei al mio fianco, i nostri figli non sono delle vittime, sono degli eroi perché salveranno altre vite».  

E annuncia il primo “Convegno dei cittadini sulla sicurezza stradale” in programma sabato 23 febbraio, dalla 10 alle 18,30, alla Fiera di Roma. Tra i presenti anche il pilota romano Michel Fabrizio che farà un intervento. Ci sarà anche Alberto Ieva, romano, ex campione d'Italia, grande esperto di motociclismo e formidabile talent scout. Presente l'Anas e un'esperta nazionale di sicurezza stradale, Lorella Montrasio.

Si prevede una grande partecipazione da tutta Italia. La sala è enorme, più 500 di posti, che possono arrivare a 900. «Voi direte è una follia? No, se pensate che dietro alle spalle ci sono 600 mila persone, 600 mila motociclisti, cui di aggiungeranno anche rappresentanti dei ciclisti. E ci sarà il grande cuore di tutte le persone che pensano che si può cambiare questo paese partendo dal basso, partendo da una ragazza che ha perso la vita e rappresenta tutti quelli che non dovevano morire sulle nostre strade». Vie disastrate, voragini, radici di pini che spingono in su l'asfalto, pericoli spesso non segnalati, che ingannano anche guidatori esperti com'era Elena, morta il 6 maggio dello scorso anno su una strada dissestata della Capitale. 

Dal convegno usciranno documenti e voci sulla sicurezza. La mamma di Elena, che è stata già ricevuta dal ministro, è il motore di questo evento che vuole essere un primo grande passo verso la sicurezza vera delle strade. Ci saranno esperti, professori universitari, vigili del fuoco, polizia stradale, carabinieri, croce rossa, soccorritori, cioè «chi ha le mani in pasta su quella striscia grigia» dice Graziella Viviano parlando dell'iniziativa “Con Elena #tuttinsieme per la vita” . L'obiettivo è portare «al ministro, in una grande busta, un documento con il lavoro degli esperti in tema di sicurezza».

Il pomeriggio sarà dedicato al mondo dei motociclisti (invitate 400 associazioni da tutta Italia) e dei cicilsti. Si parlerà di buche, radici, problemi dell'asfalto, di strade insidiose che procurano la morte. «Il centro di questo convegno è la vita - spiega la mamma - è l'unica bandiera ammessa è quella di Elena, una ragazza bionda che è il simbolo di tutti i ragazzi e non, che sono morti sulle strade, come quel papà che era andato a trovare il figlio appena nato. E lì, sulle strade, nessuno doveva morire». L'invito, forte, a partecipare a «tutti i genitori che hanno perso sulla strada un figlio, alle persone che hanno visto andare via prima del tempo i propri cari perchè una strada matrigna se li è portati via. Prendete coraggio da loro, sono degli eroi perchè salveranno altri».

 
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