Dybala, un pieno di Joya davanti a 10.000 tifosi: «Mi viene voglia di venire con voi sotto la Curva»

La presentazione di Dybala all’Eur davanti a diecimila tifosi: «Questa città era nel mio destino, è una grande sfida, mi viene voglia di andare all’Olimpico»

Dybala day al Colosseo quadrato: già 3.000 tifosi in estasi per la presentazione della Joya
di Stefano Carina
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Martedì 26 Luglio 2022, 20:41 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 00:16

Se Paulo Dybala era curioso di conoscere l’amore del pubblico giallorosso, ieri sera ha avuto la prima risposta. In una città che ha iniziato a svuotarsi per i primi esodi estivi, erano in diecimila ad aspettare che si affacciasse al Palazzo della Civilità italiana, meglio conosciuto come il Colosseo quadrato, all’Eur. Un fiume di passione che ha iniziato a scorrere da un’ora e mezza prima dell’evento. Inizialmente in modo fluido e calmo. Poi con il passare dei minuti in maniera sempre più torrenziale sfociando in un piazzale antistante pieno di bandiere, colori e tifosi. Quasi un Bolero in tinte gialle e rosse. Il resto lo hanno fatto il gioco di luci organizzato dal club che ha illuminato il Colosseo Quadrato. Uno spettacolo da lasciare senza respiro. Ma non i sostenitori accorsi all’evento.

 

Dybala day, le emozioni

Una serata magica, senza distinzioni tra vip e tifosi comuni.

La Roma ha regalato a chiunque avesse voglia di partecipare all’evento la possibilità di salutare il nuovo top player argentino. Quasi fosse il prologo di un match, la musica a tutto volume ha anticipato l’arrivo di Paulo, visibilmente emozionato e incredulo dell’accoglienza. A Faro, quando era atterrato con il charter proveniente da Torino, c’erano soltanto 4 giornalisti italiani ad aspettarlo. Si è rifatto ampiamente ieri. Diecimila cuori impazziti a intonare il suo nome. E come tutte le grandi star, Dybala si è fatto attendere. Lo show è iniziato presto ma il via, stile stadio, con lo speaker Matteo Vespasiani ad accendere ulteriormente l’atmosfera, c’è stato alle 21.11: «Facciamoci sentire, Paulo è qui dietro. Forza!». Nemmeno a dirlo: «Paulo Dybala, alè oohhh». In concomitanza sui maxi schermi ai piedi della scalinata scorrevano le prime immagini del calciatore una volta sbarcato in Portogallo. Dall’arrivo in aeroporto, all’abbraccio con Mourinho e alla conoscenza dei nuovi compagni. L’ingresso nello spogliatoio, il saluto con Spinazzola, suo ex compagno alla Juve, sino ad arrivare alle prime sedute nell’estadio municipal di Albufeira. Un video con una tempistica perfetta. Perché, dopo un breve gioco di luci, alle 21.21 si è affacciato lui, l’uomo più atteso della serata: Paulo Dybala. Un’esplosione di gioia ha accolto... la Joya. Mani sui fianchi, quasi a non capacitarsi di come quella gente fosse tutta lì per lui. Poi pollici alzati verso il cielo e la voce strozzata dall’emozione: «Grazie, grazie a tutti», ha ripetuto. Sorriso incredulo e parole sincere: «Sono emozionato, qui è sempre stato difficile giocare contro di voi. Siete eccezionali, un privilegio essere qui. Guardando questo calore mi viene voglia di andare all’Olimpico e giocare sotto la curva». Parole alle quali segue il primo boato.

Video

Sfida e selfie

Ma il meglio deve ancora arrivare: «E’ una grande sfida e ho una grande responsabilità. Già quando ci si avvicina al campo senti il calore dei tifosi, sarà una responsabilità molto bella giocare per questi tifosi». Ora che ha rotto il ghiaccio, sembra non volersi più fermare. La festa è agli sgoccioli ma Paulo non vuole più andare via: «Ho tanta voglia di mettermi in forma velocemente, lo staff mi sta aiutando. Voglio dare tanta allegria a questa gente. Roma era nel mio destino, per quello che ha rappresentato la città nella mia infanzia. Era tutto scritto, chi mi conosce sa che per me è una cosa molto speciale. Il derby? Sarà bellissimo senza bisogno di dire il risultato», dichiara. Ormai si è sciolto. Si diletta anche nel classico: «Daje Roma daje» al quale abbina un selfie finale alla Totti. Non avrà preso la maglia del Capitano ma la passione che è riuscito a creare per un singolo giocatore non si vedeva dai tempi di Francesco.

 
 

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