Cerca il crack e muore: arrestati nove spacciatori

Nel mirino degli investigatori i pusher che operano nella zona dei Due Ponti

Cerca il crack e muore: arrestati nove spacciatori
di Marco De Risi e Alessia Marani
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Giovedì 28 Aprile 2022, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 09:31

Retata della polizia nella piccola Casbah il condominio di via dei Due Ponti 180 dove un anno esatto fa precipitò da un muretto, perdendo la vita, il 35enne Davide Labate. Il ragazzo era stato l'ultimo ad avere nella disponibilità l'appartamento di via Vibio Mariano dove morì, stroncata dalla droga e vittima di abusi, la 23enne Maddalena Urbani, figlia del medico che scoprì il virus della Sars. Maddi era arrivata in treno da Perugia in cerca del crack e, sulla Cassia, trovò la morte. E il crack lo cercava anche Labate - che dalla nonna defunta ereditò la casa popolare di via Mariano trasformata in una sorta di b&b dove acquistare e consumare stupefacenti - bussando alla porta dei pusher della piccola Casbah. Forse stordito, forse dopo avere litigato con qualcuno (una trans disse di averlo visto ferito a una mano), la notte del 14 aprile 2021 volò giù dal terrapieno prospiciente l'edificio.
Dopo dodici mesi di inchiesta, i poliziotti del commissariato Flaminio Nuovo hanno smantellato una banda di spacciatori, italiani e stranieri, che imperversava nel comprensorio. Tante le segnalazioni degli inquilini per bene arrivate agli investigatori nel tempo, stanchi di subire pressioni e angherie, soprattutto di vivere tra delinquenza e degrado: «Aiutateci».

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BARRICATO IN CASA
Nove le persone arrestate, due quelle finite in carcere, il resto ai domiciliari. Tra loro italiani, sudamericani e anche due albanesi. C'era chi vendeva le dosi e chi faceva da vedetta per prevenire l'arrivo delle guardie. L'altra notte uno di loro, nel tentativo di sfuggire al blitz, si è barricato in casa per ore e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per permettere alla polizia di portarlo in commissariato.
In un'occasione, durante le indagini, uno dei pusher scoperto in flagranza, provò a nascondere le dosi nei vestiti di una bambina presa in braccio al volo. Uno dei clienti abituali della cricca, per rendere l'idea della mole di consegne effettuate in quello che ormai era divenuto un supermarket della droga aperto h24, davanti agli agenti ammette: «Ho acquistato crack per 110 volte qui a Due Ponti».
Tutti gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e crack. Nella Casbah i nove spacciavano notte e giorno. Sono stati pedinati ed intercettati. I poliziotti hanno piazzato telecamere attraverso cui hanno osservato i continui passaggi di mano. La droga, nelle ordinazioni al telefono, veniva chiamata birra o bistecche. Dopo la morte di Labate, gli inquirenti erano risaliti a un nominativo, tale Kike. Sarebbe stato lui a vendere il crack al 35enne.
Secondo il gip Andrea Taviano, proprio Kike, al secolo Anthoni Rafael Reyes Peralta, dominicano di 28 anni, insieme con Erik Ricardo Cervantes Lagos, honduregno di 33 anni, «ricoprivano - si legge nell'ordinanza - un ruolo determinante ...

un punto di riferimento per gli acquirenti». La loro presenza nelle piazze di spaccio di largo Sperlonga e via dei Due Ponti era costante. Per tutti e nove, inoltre, è evidenziato lo «stabile inserimento in ambienti professionalmente dediti al traffico di stupefacenti, praticato quotidianamente», posto che nessuno di loro svolge una attività lavorativa.


LA PISTA
La maledizione della Piccola Casbah, tuttavia, sembra continuare. Venerdì scorso in un seminterrato al civico 65 di via Gradoli è morto il 28enne Simone Mazzi. Il giovane, anche lui tossicodipendente, avrebbe abusato di stupefacenti, una overdose che potrebbe averlo soffocato. Una sorta di suicidio, insomma. Il ragazzo era stato rinvenuto in condizioni di degrado totale, con lui conviveva il papà, altro assuntore di droghe a cui Simone avrebbe rubato del metadone. Non è escluso che anche la droga che ha finito per uccidrre il 28enne sia arrivata da via dei Due Ponti.
Marco De Risi
Alessia Marani
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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