Roma, il Doblò della rapina torna al proprietario disabile. «Ora può uscire e vivere»

Il mezzo venne rubato e usato per l’assalto a un portavalori a Torre Angela a luglio

Roma, il Doblò della rapina torna al proprietario disabile. «Ora può uscire e vivere»
di Raffaella Troili
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Martedì 30 Agosto 2022, 21:43 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 00:26

«Finalmente Jonathan può vedere il mare... ce l’abbiamo fatta». Dissequestrato ieri mattina alle dieci il Doblò blu rubato al Laurentino il 29 giugno e usato per una rapina a un portavalori a Torre Angela il primo luglio. Giovanni Fontana padre del 36enne disabile, si è rivolto al Messaggero quando ha visto che i tempi non solo erano lunghi ma anche ignoti. E così dopo aver sollecitato più volte il sequestro del mezzo attrezzato per portare una carrozzina, dopo le lungaggini della burocrazia e un’estate passata ad attendere notizie, l’auto è “libera”. «Cinquanta giorni di attesa e chissà quanti ne sarebbero passati... Mi hanno fato capire che se non mi fossi mosso i tempi della burocrazia sarebbero stati ancora più lunghi, ci sono altre due auto usate per la rapina ancora lì. Ma Jonathan aveva estremo bisogno del nostro Doblò, l’unico modo che ha per uscire e andare nei luoghi che ama di più». 

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La finestra sul mondo che usa il 36enne per uscire dalla sua solitudine e introspezione.

I familiari erano molto preoccupati, l’auto era stata rubata sotto casa in via Canzoni del Piave al Laurentino nel posto invalidi dove era parcheggiata, pochi giorni dopo usato per speronare un portavalori davanti all’ufficio postale di via Antea tra spari in aria, una guardia giurata ferita, la paura nel quartiere. E la fuga di cinque banditi a bordo di altre due auto con un bottino di 350mila euro. Una banda esperta e mai rintracciata. Il Doblò tutto ammaccato, con una vecchia stampella ancora lì e la pedana allungabile per permettere alla carrozzina di essere agganciata è rimasto sotto sequestro per permettere agli investigatori di effettuare i rilievi. Il papà di Jonathan ha sollecitato più volte la Squadra mobile di Roma, di fatto il figlio ha passato l’estate pressoché chiuso in casa nonostante gli sforzi della famiglia di trovare a fatica soluzioni alternative perché «è complicato e faticoso metterlo in macchina da solo e nessuno fornisce un aiuto in questa città».

IL SILENZIO

Per giorni e giorni il signor Fontana non ha ricevuto nessuna notizia. Poi qualcosa si è mosso, dopo i primi articoli «mi hanno detto che dovevano fare ancora accertamenti approfonditi sui liquidi organici, che non c’erano tempi certi, solo alla fine di tutte le verifiche, tutto sarebbe passato al magistrato che avrebbe disposto il dissequestro della macchina». Ma il tempo è passato inesorabile, quando è arrivata la notizia del dissequestro sotto Ferragosto tutti i carrozzieri “amici” della famiglia stavano per chiudere. Ieri finalmente Giovanni Fontana con l’altro figlio sono andati con il carro attrezzi a ritirare il Doblò blu nel deposito giudiziario di via Alvari in zona Tor Cervara. 

«Il motorino gira ma è abbastanza rovinato aspetto che l’elettrauto capisca l’entità del danno - spiegava ieri Giovanni Fontana - gli sportelli sono ammaccati, tutta l’auto lo è, un vetro è rotto ed è tutto sporco di vernice nera usata per oscurare i vetri, tanto che la parte interna bianca è tutta nera speriamo si possa rimuovere. Anche il vetro panoramico è scheggiato. Nel cassetto non c’è più niente dobbiamo rifare tutto, libretto, targa, non credo abbiano rilevato niente perché quelli lì erano dei professionisti esperti, usavano guanti, si sono dileguati. Dopo gli articoli sul giornale i poliziotti hanno sollecitato la squadra incaricata dei rilievi altrimenti sarebbe tutto slittato a settembre. Ma questa era una questione di umanità». Giovanni Fontana è fiducioso, «tra carrozziere ed elettrauto forse in 15 giorni riesco a portare Jonathan al mare, si è chiuso molto in se stesso, oggi quando sono tornato mi ha guardato contento è alzato il pollice. «Ha bisogno, voglia, di uscire subito». Ora che dopo 50 giorni è stata dissequestrata la sua finestra sul mondo.

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