La disperazione di Claudia: «Il Comune di Roma mi ha escluso dal servizio di Trasporto disabili, aiutatemi»

La disperazione di Claudia: «Il Comune di Roma mi ha escluso dal servizio di Trasporto disabili, aiutatemi»
di Elena Panarella
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Venerdì 22 Novembre 2019, 17:48
La storia di Claudia è una di quelle storie che fanno rabbia, tanta rabbia. Tra le sue mille difficoltà ha sempre tentato di vivere una vita normale, come tutte le ragazze della sua età. Ma ad un certo punto quello che l’aiutava a sentirsi libera era un servizio del Comune, quello del trasporto disabili.

Questo gli permetteva di potersi muovere e non sentirsi incastrata in una prigione. E sì, perché Claudia Bova, 30 anni, è affetta da una grave malattia neuromuscolare rara, la Sma: Atrofia muscolare spinale. Che cos’è? Una malattia degenerativa che indebolisce i suoi muscoli, costringendola da sempre su una carrozzina elettronica che riesce a manovrare con le dita delle mani, e che continua ad aggravarsi. La Sma impedisce ogni tipo di movimento volontario, compreso l’articolazione della parola. Ma Claudia non ha il contrassegno disabili (come se servisse quello ad attestare le sue difficoltà) e quindi è fuori dalla graduatoria del Comune. Ma come è possibile? Da agosto tenta di farsi ascoltare dalle istituzioni locali, ma nessuno ancora gli ha dato una risposta. E così ora è piombata in quella prigione da cui è sempre fuggita con il sorriso, perché Claudia ha diritto ad una vita normale.

«Tra le mille difficoltà sono tracheotomizzata per cui ho bisogno di utilizzare una macchina della tosse. Inoltre tutte le notti sono attaccata a un macchinario (respiratore) sia per espandere la gabbia toracica, sia per evitare di andare in apnea - racconta Claudia con la dolcezza che la contraddistingue - Nonostante queste gravi difficoltà, ho sempre cercato di avere una vita piena, normale, andando a scuola, intessendo relazioni sociali, uscendo, oltre che per le visite mediche che sono moltissime, anche per partecipare ad eventi o concerti. Tutto ciò è stato possibile grazie al servizio trasporto disabili del Comune di Roma, unica possibilità per me di esercitare un diritto alla mobilità e alla salute. Infatti, la situazione economica mia e di mia madre, con la quale vivo, non mi dà la possibilità di fare tutte le visite e i controlli necessari, perché non possiamo permetterci di pagare un taxi per tutto quello che richiede la cura della mia salute. Non ho un padre perché non mi ha voluta per le mie condizioni...».  

«Io e mia madre viviamo sole, e possiamo contare solo sul suo assegno sociale perché lei non ha mai potuto lavorare, avendo dovuto assistere me da quando sono piccola, e la mia pensione di invalidità con accompagnamento - è un fiume in piena Claudia, ha voglia di raccontarsi e di far capire le sue necessità (che sono un diritto prima di tutto) - Non posso permettermi di comprare una macchina accessibile e non possiamo neanche usufruire dell’aiuto offerto da qualcuno che ha una macchina perché la mia carrozzina elettronica è molto ingombrante e necessita di un mezzo specifico per il trasporto».

Ma come se non bastasse «qualche mese fa, avendo il Comune di Roma deciso di fare una nuova graduatoria per il servizio trasporto disabili, anche noi, nonostante fossero anni che usufruivamo del trasporto, abbiamo dovuto come tutti fare domanda, ma purtroppo la mia è stata rigettata in via definitiva a causa della mancata presentazione del contrassegno disabili, ritenuto requisito indispensabile per la presentazione della domanda. Ammetto che, presa dall’agitazione di poter perdere (come poi, amara ironia della sorte, è stato) un servizio per me così importante, non ho letto con la dovuta attenzione il bando, ma dopo aver scoperto (il 02/08/2019 quando mi sono arrivate le credenziali di accesso al sito) di aver ottenuto punteggio “0”, ho provato a rimediare andando presso gli uffici di Roma Mobilità a rinnovare il contrassegno, anche se ormai era troppo tardi ai fini della graduatoria». E aggiunge: «Mi è venuto dunque da chiedermi se fosse possibile che requisito indispensabile per accedere ad un servizio così vitale, sia un qualcosa (il contrassegno disabili) di per sé non obbligatorio bensì facoltativo. Io ho sempre avuto il contrassegno disabili in quanto nella mia certificazione dell’handicap secondo la legge 104/92, è presente l’art. 3 comma 3 (“Persona con handicap con connotazione di gravità”) ma ad un certo punto non l’ho più rinnovato non avendo né una macchina propria ed una targa da associare, né la possibilità, date le dimensioni e la tipologia di carrozzina, di poter salire su altre vetture». 

«E così, ora mi ritrovo con un contrassegno che non potrò mai usare ed esclusa da un servizio sul quale ho potuto contare per anni, sostanzialmente reclusa in casa - conclude - senza la possibilità di andare oltre le immediate vicinanze, come se il mio corpo, a causa della malattia, non mi tenesse già abbastanza prigioniera». Oltre a una necessità come spiega Claudia, la mobilità per lei è importante per la sua salute, ma è anche una questione di dignità. Ed è assurdo che debba giustificarsi e aver perso un servizio per non aver rinnovato il contrassegno disabili.

«Dal 1° ottobre di quest’anno la vita di Claudia, già di per se molto drammatica, è notevolmente peggiorata a causa delle scelte folli messe in pratica che hanno complicato notevolmente la sua esistenza e quella di moltissime persone con disabilità che fino a settembre riuscivano ad utilizzare bene il servizio taxi per visite, lavoro e relazioni sociali - spiegano Francesco Figliomeni, consigliere di Fratelli d’Italia e vice presidente dell’Assemblea Capitolina, e Marco Rollero, presidente del club delle libertà per le politiche sociali di Forza Italia - Ma quello che è più grave è che, in presenza della gravissima denuncia e richiesta di aiuto di Claudia al Sindaco, all’Assessore alla Mobilità e ad Delegato all’Accessibilità, nessuno di questi esponenti si sia degnato almeno di rispondere a questa ragazza e soprattutto chiederle scusa. Siamo sbigottiti e dispiaciuti da questo atteggiamento, ma confidiamo che la nostra richiesta di immediato intervento al Sindaco venga accolta subito a favore di Claudia perché riteniamo che il senso di civiltà e di umanità debba prevalere su tutto, anche su burocratici e farraginosi procedimenti amministrativi».  
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