Roma, direttore Asl minacciato. I pm: in 4 a processo

Il dirigente della struttura sanitaria aveva licenziato la moglie di uno degli imputati e lui aveva deciso di vendicarsi

Roma, direttore Asl minacciato. I pm: in 4 a processo
di Francesca De Martino
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Domenica 17 Ottobre 2021, 00:20

Voleva vendicarsi del licenziamento di sua moglie dalla Asl Rm 3 e, così, un sessantasettenne di origini calabresi, dipendente di una società di investigazione capitolina, si era accanito contro il direttore generale della struttura. Un paio di lettere minatorie anonime fatte recapitare direttamente sulla scrivania dell’ufficio della vittima, con dentro foto e video che documentavano pedinamenti ai familiari del dottore.

Poi, una telefonata minacciosa in segreteria. Secondo l’accusa era questa la tattica applicata da Luigi Straface per farla pagare al medico per il trattamento riservato alla moglie, ex infermiera della Asl.

Ora, l’uomo, guardia giurata, rischia di finire a processo insieme a due colleghi e al figlio di uno di loro che, secondo gli inquirenti, lo avrebbero aiutato: il pm Ilaria Calò ha chiesto il rinvio a giudizio di Straface, di Alessandro Calvieri, impiegato cinquantenne, di Danilo Calvieri e di Giovanni Ratto, guardia giurata di 54 anni. L’accusa è stalking.

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I FATTI

I fatti risalgono al 2018 e al 2019. La prima lettera anonima, inviata per posta il 31 ottobre 2018 e piena di insulti, era arrivata direttamente nello studio della vittima. La seconda lettera era poi arrivata, a quasi un anno di distanza, il 13 marzo 2019. Conteneva richieste e, soprattutto, minacce rivolte al medico e alla sua famiglia: si contestavano alla vittima alcuni provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei dipendenti, si chiedeva al dottore di eseguire determinati ordini e anche di dimettersi.

LE FOTO

Dentro alla busta c’erano anche foto e filmati del medico, della moglie, del figlio e della suocera in giro nel quartiere dove abitavano, o per la Capitale a fare acquisti. Per l’accusa era un modo per dimostrare alla vittima che era osservata e seguita e doveva avere, quindi, paura. Per i pm, a scattare le foto sarebbero stati i complici di Straface, ai quali sarebbero stati promessi favori. Avrebbero fatto tutto questo appostandosi fuori dai negozi che frequentava la moglie del medico, o dall’appartamento della famiglia.

«Io voglio parlare con questo c... di direttore, o chi per lui. Aspetto fino a martedì, altrimenti mi presento direttamente lì a Casal Bernocchi»: così si sarebbe rivolto alla segretaria del dirigente il marito dell’ex infermiera in una telefonata fatta appena dieci giorni dopo la seconda lettera anonima, il 28 marzo 2019. Dopo quell’episodio il dottore aveva deciso di sporgere denuncia. Gli investigatori avevano verificato che l’infermiera, moglie dell’imputato, era stata licenziata perché ritenuta corresponsabile, 15 anni prima, con una sentenza penale di condanna passata in giudicato emessa dal Tribunale di Roma, della morte di un clochard proprio in quell’ospedale.

Per la Procura i quattro imputati devono rispondere di stalking in concorso, «perché con condotte reiterate», nello specifico «inviando o facendo inviare due lettere anonime alla parte offesa il 31 ottobre del 2018 e il 13 marzo 2019 - si legge dal capo d’imputazione - la seconda delle quali dal contenuto esplicitamente minatorio, minacciavano e molestavano la vittima cagionando un perdurante stato di ansia e di paura».
 

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