Diocesi di Roma: «Messe contingentate e catechismo sospeso»

Si pensa anche a celebrazioni all'aperto
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Giovedì 5 Marzo 2020, 17:52
La diocesi di Roma, recependo il Dpcm sull'emergenza Coronavirus, fa sapere che si potranno celebrare le messe feriali e festive «purchè il luogo di culto consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle Autorità competenti», vale a dire il metro di distanza tra una persona e l'altra. Sospese invece fino al 15 marzo «tutte le attività pastorali non sacramentali». Possibili anche le celebrazioni all'aperto. Nel dettaglio, monsignor Pierangelo Pedretti, prelato segretario del Vicariato, per i sacerdoti e i fedeli della diocesi di Roma, spiega in una nota che «sono consentite le celebrazioni liturgiche feriali e festive, purché il luogo di culto consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle Autorità competenti, in particolare quella di mantenere almeno un metro di distanza tra le persone.

Valgono altresì le indicazioni già fornite nella Comunicazione della Segreteria Generale del Vicariato di Roma del 3 marzo: omissione del segno dello scambio di pace, ricezione della Santa Comunione sulla mano e svuotamento delle acquasantiere. Chi avesse difficoltà o comunque lo ritenesse più opportuno, potrà predisporre delle celebrazioni all'aperto. Soprattutto nel settore Centro, si invitino i fedeli a partecipare alle celebrazioni nelle chiese più grandi». «Particolare attenzione - spiega ancora mons. Pedretti - andrà riservata alle categorie più deboli, per le quali nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri all'art. 2 si suggerisce: 'è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità, ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metrò».

Inoltre la Chiesa di Roma sospende tutte «le attività pastorali non sacramentali fino al 15 marzo». Niente catechismo, corsi di preparazione al matrimonio, oratorio, pellegrinaggi, per tutte le parrocchie di Roma. 

Monsignor Pierangelo Pedretti, prelato segretario del Vicariato, ha dato dunque nuove indicazioni ai sacerdoti e ai fedeli della diocesi di Roma. «Si dispone che nella nostra Diocesi le attività pastorali non sacramentali rivolte a gruppi di fedeli (per esempio, i catechismi dei sacramenti dell'iniziazione cristiana, i corsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle coppie, i ritiri e gli esercizi spirituali, i pellegrinaggi, le attività associative e oratoriali, i percorsi di fede di giovani adolescenti e adulti, e in generale tutte le attività di gruppo) siano sospese fino al 15 marzo p.v., così come le Autorità hanno disposto per le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado e per le Università».

Per quanto riguarda le messe, feriali e festive, «sono consentite purché il luogo di culto consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle Autorità competenti, in particolare quella di mantenere almeno un metro di distanza tra le persone». Restano le disposizioni che erano già state adottate: «omissione del segno dello scambio di pace, ricezione della Santa Comunione sulla mano e svuotamento delle acquasantiere. Chi avesse difficoltà o comunque lo ritenesse più opportuno, potrà predisporre delle celebrazioni all'aperto. Soprattutto nel Settore Centro, si invitino i fedeli a partecipare alle celebrazioni nelle chiese più grandi», sottolinea il Vicariato invitando anche le Caritas parrocchiali e tutti i gruppi di volontariato presenti nelle parrocchie «a promuovere iniziative di vicinanza agli anziani soli che vivono nel loro territorio perlomeno attraverso contatti telefonici».

Le attività di assistenza dovranno essere portate evitando troppi assembramenti magari, fissando appuntamenti. «Si consiglia invece la sospensione dell'attività dei centri di distribuzione del vestiario, soprattutto per quello che riguarda la raccolta di abiti usati».
Le parrocchie, le rettorie e gli altri soggetti ecclesiali che hanno attivato una mensa sociale sono invitati a non interrompere il servizio ma si chiede di «favorire la distribuzione di alimenti da asporto da non consumarsi nei locali parrocchiali».
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