«Diabolik, via la panchina-altare». I vigili: blitz ma scortati dalla polizia

«Diabolik, via la panchina-altare». I vigili: blitz ma scortati dalla polizia
di Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Sabato 14 Settembre 2019, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 10:55

La panchina altarino in memoria di Diabolik, al secolo Fabrizio Piscitelli, il capo ultras della Lazio ucciso ad agosto nel parco degli Acquedotti, a Roma, verrà rimossa. La richiesta era stata inoltrata lunedì scorso dal VII Municipio al Gruppo della polizia locale e al dipartimento competente in seguito alle numerose lamentele dei cittadini, prima dell'incendio che l'ha danneggiata all'alba di giovedì.

Roma, Diabolik vide Gaudenzi prima di morire: «Ad Anzio trovi chi ha rubato il tuo oro»

Caso Diabolik, Gaudenzi aveva paura: «Senza i soldi sono morto»
 





La risposta della municipale è stata categorica: interverremmo solo dopo avere concordato l'operazione con la Questura. Il timore è che la rimozione del simulacro, ormai luogo di autentico pellegrinaggio da parte degli ultras biancazzurri, possa trasformarsi in un pretesto per scintille e disordini dell'ordine pubblico. Una cautela da prendere assolutamente. Per cui i caschi bianchi andranno scortati dagli agenti del commissariato. La decisione della rimozione è stata presa ed è, dunque, questione solo di ore, il tempo necessario perché il servizio venga organizzato.

IL PELLEGRINAGGIO
La panchina di via Lemonia, dal 7 agosto, giorno in cui un killer vestito da runner sparò alla nuca a Piscitelli che era seduto, è sommersa da maglie, sciarpe, cappellini con i colori della Lazio, le scritte Irr degli Irriducibili, lo zoccolo duro degli ultras di cui Diabolik era il leader; ogni giorno c'è chi posa fiori, accende lumini e recita un Eterno riposo. Uno striscione ricorda il Diablo. «Il via vai da allora - racconta Angelo, uno dei frequentatori dello spazio verde di Cinecittà - non si è mai fermato». Giovedì il vento ha fatto cadere uno dei lumini e la fiammella ha dato fuoco a una sciarpa e le fiamme hanno avvolto la panchina, rimasta annerita. Ieri era di nuovo stracolma di fiori freschi e bandiere.

LE MINACCE
A spingere il Municipio a chiedere di togliere altarino e striscioni, sono state soprattutto le segnalazioni di alcuni podisti che, la settimana precedente, avevano denunciato di essere stati intimoriti da alcuni tifosi mentre si erano avvicinati alla seduta per fare dello stratching: «Qui non potete stare», è stato detto loro. Intento del Municipio è quello di restituire quest'angolo di parco tristemente noto alle cronache, alla libera fruizione dei cittadini. Del resto la presenza della panchina-simulacro aveva subito sollevato un certo sdegno nel quartiere.

LE POLEMICHE
Sui social fin dai giorni immediatamente successivi all'omicidio si era scatenata la polemica tra chi chiedeva di rimuovere «questo sconcio», alludendo ai trascorsi criminali di Diabolik, e chi, invece, ritiene che sempre e comunque debba esserci rispetto per i defunti. «Stamattina c'era gente che pregava e portava fiori - scriveva Laura - Fosse stato solo un sano capo laziale o di qualsiasi altra squadra lo apprezzerei ma era molto altro... quindi non lo capisco proprio». Così anche per Patrizia, «mo' se prega pure per i delinquenti stiamo proprio alla frutta». Infine i commenti di chi invoca la pietas, come Stefania: «Rispetto per i morti». Polemica che ha ripreso vigore dopo il recente rogo. «Intervengano le autorità, liberiamo il parco», il refrain rimbalzato sulle pagine Facebook di quartiere.

L'ALTERNATIVA
Sulla panchina aveva deposto una corona anche Rita, la moglie di Diabolik, al ritorno dal funerale blindato celebrato il 21 agosto al Divino Amore. Poi non c'è più stata, «perché è troppo doloroso», ha confidato agli amici più cari. Qui ha consumato lacrime e preghiere anche Angela, la sorella di Fabrizio. E tanti amici fraterni e semplici tifosi. Mentre l'inchiesta di Procura e Squadra Mobile va avanti nel tentativo di fare luce su mandante, movente ed esecutore dell'assassinio, non è escluso che nel parco a ricordare Diabolik, invece della panchina-simulacro, possa spuntare una piccola lapide o croce in marmo come spesso accade anche nei luoghi degli incidenti mortali. E anche in questo caso, probabilmente, non mancheranno le polemiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA