David Tobini, il parà morto in Afghanistan: «Il commilitone di David ha mentito»

Il parà romano è caduto in Afghanistan nel 2011

Il parà romano David Tobini sul mezzo blindato Lince in Afghanistan
di Mirko Polisano
3 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Luglio 2022, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 17:56

Troppe contraddizioni nel racconto del commilitone di David Tobini, il parà romano caduto in Afghanistan nel 2011. Lo mette nero su bianco la procura militare che ha chiuso le indagini e trasmesso il fascicolo a piazzale Clodio, dove è attesa a giorni la decisione del gip per iniziare a far luce sulla morte del militare di 28 anni avvenuta «per fuoco amico» il 25 luglio di undici anni fa. I magistrati del tribunale militare hanno condotto le indagini senza tralasciare nessun particolare e riascoltando le versioni dei commilitoni di David che erano con lui quel giorno nel maledetto deserto di Bala Murghab.

David Tobini, nuova perizia sulla maglia del parà caduto in Afghanistan

I FATTI
Cosa è accaduto davvero durante quello scontro a fuoco? Il commilitone di David ha raccontato che il caporal maggiore scelto, prima di essere colpito da un «insurgent» afghano, avrebbe avuto un problema di inceppamento con l’arma.

Ma a smentire questa versione sono proprio i magistrati di viale delle Milizie. «Emergono plurime contraddizioni», si legge negli atti. In modo particolare, l’arma di Tobini, che avrebbe avuto un problema, è stata fatta analizzare da un ausiliario della polizia militare che non ha fatto «menzione di alcun contingente inceppamento». Anzi, il pubblico ufficiale ha precisato: «Non riscontravo alcuna inefficienza dell’arma, le parti risultano integre». Per i magistrati militari non ci sono dubbi: «Le conclusioni confliggono tanto con l’inceppamento plurimo (messo a verbale dal commilitone il 30 luglio dello scorso anno, ndr) quanto con quello singolo (del 20 settembre scorso) a meno che Tobini - scrivono ancora i pm - non fosse riuscito a disinceppare la Minimi proprio un istante prima del ferimento o in perfetta sincronia con esso». Tra le contraddizioni presenti nel racconto del commilitone ci sono anche l’ “esposizione” di Tobini - che avrebbe messo a rischio consapevolmente la propria incolumità - il numero di inceppamenti dell’arma e la condotta del commilitone di Tobini. Le conclusioni dei pm sono state trasmesse ai colleghi di piazzale Clodio che ora dovranno esprimersi a riguardo, dopo una prima chiusura del fascicolo. «Accogliere le richieste proposte con l’opposizione alla richiesta di archiviazione - ha detto Paolo Pirani, legale della madre di David Tobini - sarebbe un atto dovuto non solo per rispetto a David ma anche verso la procura militare che ha svolto una copiosa ed approfondita attività investigativa con la quale ha dato riscontro a tutte le istanze proposte dalla parte offesa».

David Tobini, parà ucciso in Afghanistan: la Difesa apre un'inchiesta

LA MAMMA
«Se anche questa volta, questo fascicolo venisse archiviato, non mi rimarrebbe che pensare alle parole che anni fa un magistrato mi disse in presenza di altri: “con questo fuoco amico, troppe teste sarebbero cadute” - dice Annarita Lo Mastro, mamma di David Tobini - Mi rivolgo a colui che ha spezzato la vita di David, di non crogiolarsi nella tranquillità di questa ingiustizia. Fino a quando non verrà tolto quel discredito affibbiato a mio figlio e che lo ha eternamente macchiato, io combatterò come madre affinché emerga la reale verità e gli venga rimossa quella divisa che indegnamente ancora gli permettono di indossare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA