Roma, battaglia sui conti Ama: il nuovo Cda già verso l’addio

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di Francesco Pacifico
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Domenica 29 Settembre 2019, 11:19

Un comunicato dal sapore di una lettera di licenziamento per i vertici di Ama. I quali si sarebbero dati tempo fino a martedì per decidere se presentare le loro dimissioni. Domani è in programma l’assemblea della municipalizzata per approvare il bilancio 2017, ma l’azionista - cioè il Comune - ha scelto una modalità sui generis per annunciare che diserterà l’appuntamento. Non una comunicazione formale al presidente dell’azienda Linda Melara, come in passato, ma un comunicato stampa. Nel quale - con toni non inusuali nella gestione societaria - si mette nero su bianco che «Roma Capitale non approverà mai un bilancio di Ama Spa che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni di trattamento contabile già in precedenza non avallate dal Comune», che non rispondano ai «principi di legalità e di correttezza contabile». Parole che, in un’azienda quotata, farebbero scattare l’intervento della Consob.

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Al centro della questione - come nello scontro con l’ex presidente e ad Lorenzo Bagnacani - ci sono sempre i 18,3 milioni di euro per i servizi cimiteriali erogati nel quinquennio 2006-2011, che Ama nel suo bilancio vorrebbe iscrivere tra le svalutazioni e che secondo il Comune non possono esserlo, perché non sono dovuti e non previsti dal contratto di fornitura. Stando a una delibera dello scorso febbraio questa posta dovrebbe essere oggetto di una due diligence e che è ancora in corso. Fatto sta che nei giorni scorsi il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, ha scritto alla controllata che «l’interpretazione non può essere accettata», aggiungendo che possono finire nel fondo dei crediti a rischio le poste legate «ai manufatti e non ai servizi». Soprattutto l’alto dirigente capitolino aveva intimato: «Si rimette alla società la definizione delle soluzioni tecniche che si intendono perseguire al fine di giungere al superamento di quanto rappresentato». Poi, ieri, l’ultima doccia fredda sugli amministratori di via Calderon de la Barca: il comunicato della giunta.
Nel testo, oltre a definire di fatto mendace il bilancio, si aggiunge che al centro della discussione ci «sono soldi dei cittadini romani che Ama aveva incassato in più rispetto alla somma prevista nel contratto di servizio con il Comune, senza alcuna giustificazione. Soldi che dovevano essere restituiti ai cittadini e quindi ritornare nelle casse del Comune per poter essere gestiti nell’interesse pubblico». 

Dalla municipalizzata nessuna risposta ufficiale, ma chi ha parlato con i vertici racconta di una forte amarezza, soprattutto legata all’idea di «considerare la minusvalenza in bilancio da 18,3 milioni come soldi tolti ai cittadini romani». Da Palazzo Senatorio spiegano che attendono una correzione del bilancio, dall’azienda fanno intendere che il problema non è rinunciare al credito di 18 milioni in un bilancio in un passivo di oltre 700 e che sarà comunque ripianato dall’azionista, quanto la libertà di movimento che il Comune vuole concedere ai manager.

Da qui la voglia di abbandonare. Intanto, già da domani i sindacati confederali inizieranno una mobilitazione tra i lavoratori dell’azienda. Alessandro Bonfigli (Uil) parla di «teatro dell’assurdo».

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