Fase 2, partenza a rilento per gli alberghi capitolini: + 10%

Aperto soltanto il 10% degli alberghi romani
di Francesco Pacifico
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Martedì 9 Giugno 2020, 22:51
La riapertura delle frontiere tra le regioni non ha ha portato i benefici sperati agli albergatori. «Nel weeke scorso - spiega Giuseppe Roscioli, leader romano di Federalberghi - abbiamo registrato un incremento delle prenotazioni del 10 per cento. Ma questa percentuale può trarre in inganno: se prima affittavamo 9 camere, adesso siamo a 10».

Quindi una ripresa lentissima. «Per questo fine settimana - aggiunge Roscioli - i dati per Roma sono in linea: l'aumento sarà del 3 per cento».

Il settore ricettivo nella Capitale lamenta per il periodo del lockdown perdite superiori ai 120 milioni di euro, che potrebbero superare il miliardo a fine anno. Su 1.200 strutture ne sono aperte poco più di 120. Dal mondo degli albergatori spiegano che, con la riaperture tra regioni, nella Capitale sono venuti soprattutto manager per affari e qualche famiglia per venire a trovare i figli o i parenti che vivono nella Capitale.

Per una svolta si attende la riapertura dell'area Schengen e il superamento delle restrizioni inserite verso l'Italia da alcuni Paesi (Usa, Cina o Gran Bretagna) che, sul fronte del turismo, prima del Covid vedevano molti loro connazionali fare le vacanze nel Belpaese.

Spiega Tommaso Tanzilli, direttore generale Federalberghi di Roma e Lazio: «Un 20 per cento degli hotel ripartiranno tra la fine e l'inizio del mese sperando nella riattivazione dei collegamenti dell'area Schengen. Un altro 30 per cento lo farà a settembre, ma ci sono nostri associati che guardano direttamente al prossimo anno: aziende che hanno la liquidità sufficiente per resistere come realtà grandi, per le quali non è conveniente aprire con meno del 50 per cento degli ospiti».

L'assessore al Commercio e al Turismo capitolino, Carlo Cafarotti, ha annunciato a breve un piano per riportare i visitatori, stranieri ma anche italiani, a Roma.
Su questo fronte sta lavorando anche Federalberghi: missioni in Cina per catalizzare verso l'Italia quel mercato oppure piattaforme alternative per le prenotazioni bypassando i giganti della sharing economy per garantire offerte migliori ai clienti.
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