Covid a Roma, test salivari, pronto il piano: il via da Centocelle e Tor Pignattara

Covid a Roma, test salivari, pronto il piano: il via da Centocelle e Tor Pignattara
di Francesco Pacifico
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Giovedì 3 Dicembre 2020, 00:35

Si partirà dalle scuole di Centocelle e di Tor Pignattara. E più in generale dal quadrante Est della Capitale, dove si sono registrati più casi di Covid positivi in città. A gennaio la Regione è pronta a partire con i test salivari in tutti gli istituti - 600mila allievi tra nidi, infanzia, primarie e secondarie - del nostro territorio, nel tentativo di arginare uno dei punti della catena dei contagi: cioè le scuole stesse. Sulle quali, in queste ore, si sta litigando sulla data di riapertura e sulla fine della didattica a distanza: cioè se far suonare la campanella in presenza già dal 14 dicembre oppure rinviare tutto direttamente al 6 gennaio, al ritorno dalle ferie di Natale.

Periodo nel quale partirà questa campagna.
Nelle scorse settimane l’istituto nazionale Spallanzani autorizza ha validato i test salivari necessari per scovare nuovi positivi al Covid-19, dando così alla comunità sanitaria uno strumento in più dopo tamponi rapidi e molecolari, che però vengono effettuati in modalità naso faringeo.

Perché con i salivari non c’è bisogno né di un bastoncino né di inserirlo nelle cavità orali o nasali: bastano le secrezioni salivari. Il che, come ha ricordato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, facilita l’utilizzo nel caso di controlli ai bambini e ai ragazzi. «Ha la stessa funzione dei test che si fanno in aeroporto - ha spiegato - ma cambia la modalità, che è dedicata soprattutto ai più piccoli o ai più grandi non collaboranti». 


UN MILIONE DI CONTROLLI
La Regione intende fare oltre un milione di test. La scorsa settimana è partita la prima gara d’appalto per recuperare 600mila kit, che saranno consegnati dalle aziende vincitrici del bando a gennaio. L’obiettivo di D’Amato è di effettuare ogni mese 150mila test nelle scuole, in modo da coprire entro l’inizio della primavera il grosso della popolazione studentesca, che soltanto a Roma ammonta a circa 600mila unità. Alle quali vanno aggiunte altre 100mila persone che compongono corpo docente e non docente.
A effettuare gli esami saranno le equipe dell’Asl, i medici della Uscar, coadiuvati da alcuni pediatri. Guardando al piano d’intervento, e con l’ausilio delle aziende ospedaliere di riferimento, gli uffici di via Cristoforo Colombo hanno deciso di partire dalle scuole presenti nei quartieri di Roma con maggiore numero di positivi al Covid. In quest’ottica si inizierà a gennaio con gli istituti di ogni grado di Centocelle, Tor Pignattara e della zona di villa Gordiani. Sempre seguendo le mappe del servizio epidemiologico regionale, si dovrebbe poi passare alle aree di Primavalle, Montesacro, Val Melaina e Tomba di Nerone. Va da sé che se venissero riscontrati casi di positivi in una scuola di un quartiere diverso, studenti, professori e amministrativi di quell’istituto sarebbero subito sottoposti al salivare. 
Questo test ha mostrato un tasso di attendibilità del 97 per cento e permette di dare un esito in poche ore. Al riguardo ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia: «Abbiamo ottenuto degli ottimi risultati in fase di sperimentazione avviata su un campione di soggetti positivi rintracciati con il classico tampone rapido o molecolare e confermati poi dal salivare».
Nel Lazio sono circa 14mila gli studenti in isolamento domiciliare per essere entrati in contatto con un positivo. Mentre sarebbero un migliaio i ragazzi che si sono ammalati di Covid. La maggior parte avrebbe contratto il virus a casa. Secondo l’assessore D’Amato «i casi della scuola sono inferiori al 10 per cento del totale». Nella campagna dei salivari sarà molto utile l’esperienza fatta durante la sperimentazione in alcune scuole nel mese di ottobre. Come quella all’istituto comprensivo Grassi di Fiumicino. Qui risultarono tutti i negativi i cento bimbi testati. Soprattutto, in questa scuola, medici e infermieri dell’Asl consigliarono alle famiglie di non lavare ai figli i denti il giorno prima per garantire una maggiore carica batterica e si presentarono nelle classi, indossando cerchietti con fiocchi, coroncine e orecchie dei personaggi dei cartoni animati, coprendo naso e bocca con mascherine colorate o a tema Halloween. Tra l’altro, dissero ai più piccoli che il test non era altro che un gioco.
 

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