Covid Roma, focolaio nella scuola vip Villa Flaminia: «Chi vuole può tenersi i figli a casa in Dad». Il preside ai genitori: «Basta feste»

Sette classi in quarantena e decine di bimbi contagiati. La decisione del direttore: "Fino al 21 si può fare didattica a distanza a richiesta"

Covid Roma, focolaio nella scuola vip Villa Flaminia: «Chi vuole può tenersi i figli a casa in Dad». Il preside ai genitori: «Basta feste»
di Veronica Cursi
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Sabato 18 Dicembre 2021, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 10:57

Sette classi in quarantena (cinque solo alle elementari) e decine di bambini contagiati. Villa Flaminia, prestigioso istituto privato nel cuore del Flaminio a Roma, corre ai ripari. E visto il crescente numero di casi, attiva la Dad in via precauzionale per tutti quei genitori che vogliono tenersi i propri figli a casa. In poche parole: chi decide di non mandare il proprio figlio a scuola per stare più tranquillo, specie in vista del Natale, può farlo. «Fino a martedì 21 - spiega il direttore Salvatore Santoro in una circolare inviata alle famiglie - tutti i corsi continueranno a garantire entrambe le modalità di didattica sia in presenza che a distanza per tutte le classi dell'istituto». Ma con delle limitazioni. «Coloro che volontariamente decidessero di restare a casa, infatti, faranno lezione in Dad esclusivamente con i Docenti Tutor e le Insegnanti di inglese, ovvero le materie principali, rispettando l’orario curriculare. Gli studenti in presenza, invece, seguiranno il normale orario scolastico con tutte le materie. Naturalmente questo provvedimento non riguarda le classi messe in isolamento dall’Asl, per cui sarà attivata la Dad per tutte le ore e tutte le materie».

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Il focolaio

La situazione dei contagi negli istituti di Roma sta diventando preoccupante. «La nostra scuola - spiega ancora il direttore della scuola che ha alunni vip, dal figlio della Arcuri a quella di Caterina Balivo-  fino al giorno dell'Immacolata, è stata quasi sempre in presenza e già questo è stato un grande risultato.

In questa settimana, soprattutto alla Primaria, abbiamo dovuto fronteggiare situazioni impreviste. Sono state chiuse cinque classi e da oggi, gli alunni delle classi in quarantena hanno appuntamento per il tampone di fine isolamento. Nella Scuola Media al momento abbiamo una classe in quarantena e una in sorveglianza screening. Nella Scuola dell’Infanzia, sempre in questa settimana, è stata messa in quarantena una classe, anche essa a fine settimana termina il periodo di isolamento. Al Liceo, invece, tutte le classi sono attualmente in presenza».

L'appello ai genitori: «Basta feste»

La situazione dei contagi nell'istituto di 50 mila metri quadrati che conta classi dalla materna alle superiori, è diventata infatti sempre più allarmante. Tanto da spingere il direttore ad inviare una circolare alle famiglie già a metà novembre. L'appello rivolto ai genitori era quello di «non fare finta di niente e assumere un atteggiamento più responsabile, chiedendo di limitare feste tra ragazzi e uscite pomeridiane». «All’interno dell’Istituto, durante l’orario scolastico, gli alunni sono guidati coscienziosamente a rispettare le norme igienico sanitarie e, posso affermare con sicurezza, sono veramente ligi. Ma, noi adulti, stiamo adoperandoci affinché i nostri ragazzi possano continuare ad usufruire della scuola tutti i giorni? Le continue feste tra studenti e anche tra genitori, le uscite di gruppo dei giovani, gli incontri pomeridiani tra bambini, anche di classi diverse, gli assembramenti nel cortile della scuola al termine delle lezioni, i pranzi fuori e le cene… possono minare la serenità scolastica. . Facciamo in modo che non si ripercuota sul nostro cammino scolastico».

Un appello che, a quanto pare, non è servito abbastanza. I casi di Covid sono cresciuti in maniera esponenziale con classi decimate e decine di bimbi in quarantena. «Quello che mi rammarica e che fa dispiacere me e i miei colleghi  che stiamo facendo dei veri miracoli nel portare avanti la didattica in presenza - scrive ancora il direttore - è che devo constatare che probabilmente ancora non abbiamo capito la gravità e la precarietà del periodo che stiamo vivendo. Chi ci rimette di più sono i nostri bambini. Ripetutamente ho invitato, esclusivamente per il bene dei piccoli studenti, a non esporsi con assembramenti fuori dall’orario scolastico e soprattutto in luoghi chiusi coinvolgendo alunni di più classi. A volte mi sento anche in difficoltà a consigliare continuamente di essere oculati e attenti, ma, fatto sta, che basta poco per mettere a rischio un’intera scuola». 

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