Covid a Roma, via ai test della saliva a scuola per evitare le chiusure: ecco il piano della Regione Lazio

Covid a Roma, via ai test a scuola per evitare le chiusure: ecco il piano della Regione Lazio
di Francesco Pacifico
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Domenica 20 Settembre 2020, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 09:41

Test rapidi salivari nelle scuole di Roma e del Lazio dove si sono riscontrati casi di positivi tra bambini, insegnanti o personale non docente. Eppoi indagini a campione estese a tutti gli istituti della regione. A una settimana dalla riapertura dell’anno scolastico, e dopo una quindicina di allievi che sono risultati contagiati in tutto il territorio, la Regione corre ai ripari e mette in campo una nuova strategia per evitare che l’epidemia possa attecchire in ambito scolastico. A dare un’accelerazione ai progetti dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, anche quanto successo all’istituto De Merode a piazza di Spagna: qui, dopo che uno studente, su consiglio del preside, ha ripetuto il tampone e ha saputo di aver contratto il Covid, tutta l’attività in sede delle classi del liceo classico e di quello scientifico è stata sospesa, lasciando che 390 iscritti continuassero fino al primo ottobre le lezioni in remoto con la didattica a distanza.

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I RISULTATI
Il piano della Regione è semplice e al centro ci sono i nuovi test salivari che possono sostituire i tamponi rapidi. Il risultato arriva in tre minuti e dopo si sa se si è positivi o meno al coronavirus SARS-CoV-2: sul modello dei test di gravidanza, basta prelevare un campione di saliva con un cotton-fioc, appoggiarlo sul tampone e in 180 secondi, arriva l’esito.
Due, come detto, le direttrici sulle quali si muoverà la Pisana: già da domani saranno sottoposti a test della saliva tutti gli allievi e il personale delle scuole, dove sono entrati e hanno frequentato alle lezioni i ragazzi poi scoperti positivi. Come nel caso del De Merode bastano anche poche ore in classe per fra scattare la procedura di sicurezza.

IL TRACCIAMENTO
All’inizio della prossima settimana, invece, il secondo passaggio: inizieranno i test a campione nei plessi di Roma e del Lazio dove sono presenti più allievi. Rispetto a quanto avveniva in passato ci sono due grandi novità: in un primo tempo, e stando alle disposizioni del comitato tecnico scientifico prima e poi del governo, una volta scoperto un positivo (che viene trasferito in un’ala apposita eppoi messo in isolamento), i compagni di classe e gli addetti (insegnanti e bidelli) che sono entrati in contatto con lui, vengono lasciati a casa per 14 giorni, in attesa di capire se c’è necessità di fare il molecolare o meno, mentre vanno avanti tutte le azioni di contact tracing a partire dai contatti più stretti dalla persona risultata positiva. E soltanto con la presentazione del certificato medico si può rientrare a scuola.

LA MAPPATURA 
Da domani invece la verifica è automatica, ma con uno strumento - il “salivare” - meno invasivo e di rapida consultazione. Sul fronte dei controlli a tappeto - chiesti a gran voce da alcuni presidi e da alcune associazioni dei genitori - la Regione aveva ipotizzato uno screening a campione.
Adesso, si fa un passo avanti, di fatto mappando a 360 gradi le scuole più grandi. Uno sforzo non da poco, perché solo a Roma gli studenti sono oltre 13mila e c’è più lavoro per i laboratori della rete Covid, già messi a dura prova nei giorni dai cittadini che rientravano dalla vacanze, soprattutto dopo aver passato le ferie in Sardegna, in Spagna, in Croazia, a Malta e in Grecia. 

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