Covid Roma, malati visitati in casa, allarme dei medici: «Uno su 4 è positivo»

Covid Roma, malati visitati in casa, allarme dei medici: «Uno su 4 è positivo»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 00:49 - Ultimo aggiornamento: 08:27

In attesa che negli studi dei medici di famiglia (circa 400) arrivino i kit per poter eseguire i tamponi rapidi ai casi sospetti, i professionisti delle Usca-R, le Unità speciali di continuità assistenziale della Regione eseguono da settimane già le diagnosi a casa dei pazienti. E il dato che ne viene fuori mostra una crescita dei nuovi positivi che vengono scovati.


I NUMERI


Lo spiega Pier Luigi Bartoletti segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale e vice presidente dell’Ordine: «Su 80 visite domiciliari effettuate giornalmente dai medici delle Usca-R a pazienti che mostrano sintomi febbrili o comunque riconducibili a quelli del Covid-19 il 25% in media risulta positivo».

In alcuni casi la percentuale a seconda delle giornate sale anche al 35% e ciò significa che almeno un cittadino su 4 di quelli che vengono visitati ha contratto il coronavirus. «Di questo passo - prosegue Bartoletti - arriveremo a Natale ad avere moltissimi positivi ed è importante che la diagnosi e la presa in carico dei pazienti sia quanto più tempestiva». Ad oggi le Usca-R sono formate da 160 medici e da altrettanti infermieri «ma stiamo formando altri 300 medici», prosegue il segretario provinciale della Fimmg. 

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Il territorio della Capitale che più di altri fa ricorso alle unità speciali è quello dell’Asl Roma 1. «Per l’età invece - prosegue Bartoletti - stiamo notando un innalzamento rispetto a qualche mese fa, i positivi che troviamo a domicilio hanno in media tra i 40 e i 50 anni. Quello che conta è la tempestività: chi ha la febbre deve poter quanto prima accertare o escludere che si tratti di Covid», prosegue ancora il segretario provinciale. Ad oggi dei 4.800 medici di medicina generale sparsi sul territorio della Regione ognuno ha in carico almeno 5 pazienti positivi. Di questi almeno 3 sono paucisintomatici o sintomatici lievi e «possono essere gestiti a domicilio tramite la telemedicina o Doctor-Covid - conclude Bartoletti - gli altri vengono presi in carico dalle Usca-R o dagli ospedali ma il sistema deve funzionare senza intoppi nell’interesse dei pazienti». Motivo per cui da oggi le attività delle Usca-R sui quattro quadranti della città saranno collegate alla centrale operativa del 118. Intanto nel Lazio diminuiscono i nuovi positivi ma scende anche il numero dei tamponi eseguiti. 

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LA GIORNATA


Martedì a fronte di oltre 25 mila analisi si sono registrati 1.993 casi nuovi (1.007 solo nella Capitale). Ieri il dato si fermava a 1.963 nuovi casi di cui 993 solo a Roma ma i tamponi sono stati circa 2 mila in meno. A spaventare, i pazienti che necessitano del ricovero. «Attualmente - fa sapere l’Unità di crisi della Regione - i posti letto occupati sono il 57% dei posti letto programmati che sono complessivamente 2.913 mentre le terapie intensive e sub-intensive sono occupate al 31% di quelle programmate». Anche per questo si sta lavorando per attivare altri 1.450 posti letto e 80 di terapia intensiva oltre a quelli già annunciati con l’ultima ordinanza regionale mentre all’Umberto I sarà creato - oltre al secondo pronto soccorso - un “Hub Covid” nel vecchio complesso. 

 

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