Roma, controlli anti-Covid, i vigili: «I nuovi divieti? Non li capiamo, difficile fare multe»

Roma, controlli anti-Covid, i vigili: «I nuovi divieti? Non li capiamo, difficile fare multe»
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 19 Agosto 2020, 00:09

L’ultima stretta del governo su discoteche e mascherine? I vigili di Roma ammettono: non la capiamo. Lo stop ai balli nei locali e sul bagnasciuga, a leggere l’ultima circolare della Municipale, sarebbe «un divieto difficile da comprendere» e «ancor più difficile da far eseguire». Insomma, staccare multe dal blocchetto, a differenza di quanto avviene per chi parcheggia l’auto in doppia fila, stavolta sarebbe complicato, a sentire i pizzardoni. E l’altro divieto, l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto dopo le 18, se c’è troppa gente nei paraggi? «È davvero arduo, alla luce delle espressioni utilizzate (nell’ordinanza del Ministero della Salute, ndr), delimitare con precisione l’ambito oggettivo di operatività della disposizione», annota la Polizia locale nella circolare firmata dal vicecomandante Massimo Ancillotti e spedita ieri a tutti i gruppi territoriali. Da quello del centro storico al litorale di Ostia, dove si addensano migliaia di ragazzi negli stabilimenti che, dall’ora del tramonto in poi, si trasformano in club danzerecci. Ma ora, almeno in teoria, c’è l’ordine tassativo di restare ai tavoli, niente movimenti anca-bacino, a maggior ragione se si è in gruppi affollati. Il motivo è noto: il rischio Covid è tutt’altro che scomparso dai radar. Fatta la legge, anzi l’ordinanza, dicono in sostanza i caschi bianchi, ecco l’intoppo: «difficile», addirittura «arduo», metterla in pratica. Anche se non parrebbe, a prima vista, una mission impossible.

ASSEMBRAMENTI
Tant’è: in assenza di multe e controlli serrati si continua più o meno come prima, in quasi tutte le zone della movida: soliti assiepamenti di giovani sulle scalinate di Trastevere, birre in mano, mascherine nemmeno sul gomito, tanto per mostrare di averla; soliti capannelli davanti ai leoni di marmo di piazza del Popolo. Il tema degli assembramenti, non a caso, è stato affrontato ieri in un vertice con il neo-prefetto Matteo Piantedosi, che ha invitato il Comune a «vigilare».

LE MASCHERINE
L’ordinanza firmata dal ministro Speranza il 16 agosto, in vigore da lunedì, prevede l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, dalle 18 alle 6 del mattino, «negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti». Per i vigili di Roma però «è piuttosto difficile stabilire quali siano tali “caratteristiche fisiche”». La norma, per la Municipale, «si presta ad interpretazioni ambigue». Anche se poi viene suggerita agli agenti una mossa scontata: andare nei luoghi dove «è più verosimile il formarsi di assembramenti», quindi «identificare i responsabili e contestare loro la violazione».

BALLI SOSPESI
La «sospensione delle attività del ballo» per i vigili è l’«altro divieto difficile da comprendere nella sua delimitazione oggettiva» e «ancor più difficile da far eseguire». Lo stop, ricorda la Municipale, vale, oltre che per le discoteche, per i «locali assimilati all’intrattenimento», una «espressione vaga», scrive il vicecomandante Ancillotti, che dovrebbe identificare anche gli «esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, dove si svolga, autorizzata o meno, l’attività del ballo». Quindi bar e ristoranti. Per il governo l’interdizione riguarda anche le spiagge, comprese quelle libere. I vigili sono invitati a intervenire, ma con circospezione: perché addentrarsi tra la folla senza mascherine e staccare verbali fino a 400 euro potrebbe «esporre gli operatori ad azioni incompatibili con il mantenimento di sufficienti margini di sicurezza individuale». E in questo caso, suggerisce la circolare, meglio non rischiare. 

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