Covid Lazio, più contagi dai focolai domestici: caccia agli hotel per le quarantene

Covid Lazio, più contagi dai focolai domestici: caccia agli hotel per le quarantene
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Sabato 10 Ottobre 2020, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 09:05

Tre mesi fa l’auspicio era quello di non dover arrivare a cercare ancora strutture alberghiere da utilizzare per l’isolamento dei malati Covid-19 e frenare i focolai domestici come era accaduto lo scorso aprile durante il “boom” della pandemia. Ma come nel “gioco dell’oca” si torna a quell’epoca: la Regione Lazio ha avviato una ricerca di hotel e strutture ricettive dove isolare i malati e i positivi sintomatici. Coloro i quali, ad esempio, vengono dimessi dagli ospedali e dai reparti Covid perché non hanno più necessità del supporto ospedaliero ma non possono far rientro a casa, o perché non ce l’hanno o perché rischiano di contagiare - in assenza di spazi e modi per garantirsi l’autoisolamento - chi vive con loro. 

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LE STRUTTURE
In tutto il territorio della Regione a fronte di 9.186 casi positivi, 8.276 persone sono in isolamento e considerato il trend di crescita dei contagi la ricerca di hotel è tornata a essere una necessità anche perché l’obiettivo è quello di invertire la curva e impedire che possano diffondersi o propagarsi anche i focolai domestici, considerati dagli esperti tra i pericoli maggiori di questa fase della pandemia. 

Al momento si cercano quattro strutture e due entreranno in funzione per ospitare i malati o coloro i quali devono fare la quarantena domani e a metà della prossima settimana.

Si tratta del Pineta Palace hotel proprio di fronte alla Pineta Sacchetti che servirà il policlinico Agostino Gemelli. Ma non finisce qui. Gli ospedali sono stati informati, almeno quelli che sono attualmente gli hub Covid: «Sappiamo che si stanno cercando strutture alberghiere - spiega Francesco Pugliese, direttore del Dea dell’Umberto I - per garantire l’isolamento domiciliare soprattutto a stranieri e già da domani (oggi ndr) potremmo contare su un hotel con almeno 50 posti».

I POSTI
Sempre nel territorio dell’Asl Roma 1 «si sta procedendo con la verifica di almeno altre due strutture ricettive - spiega Enrico Di Rosa, a capo del dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria locale - per arrivare ad avere all’incirca 100 posti disponibili. Sul territorio è rimasta dentro la rete di questo progetto avviato all’inizio della pandemia, Villa primavera (in zona Ipogeo degli Ottavi) che dallo scorso aprile non ha mai interrotto l’attività». Ora si aggiungeranno altre strutture. La ricerca punta a coprire almeno tutti i quadranti della Capitale. Tant’è vero che si sta cercando anche un hotel nel X Municipio che copra la zona di Casal Palocco fino a Ostia così come un altro nella zona ad Est. «Lo scorso marzo - aggiunge Giuseppe Roscioli presidente di Federalberghi Roma - fu sottoscritta con la Regione una convenzione per l’utilizzo di otto alberghi che poi divennero tre». Tra questi c’era il Marriott, la Casa S. Bernardo in zona Laurentina e la già citata Villa primavera. 

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