I romani si scoprono disciplinati, mascherine e movida rallentata

I romani si scoprono disciplinati, mascherine e movida rallentata
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Sabato 3 Ottobre 2020, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 12:03

L’obbligo della mascherina mette il bavaglio alla movida a Roma. È questo il primo effetto dell’ordinanza del governatore del Lazio Nicola Zingaretti nella Capitale, entrata in vigore ieri, in pieno week-end. La nuova norma impone a chi passeggia o si ferma all’aperto di coprire le vie respiratorie con i dispositivi di protezione, pena multe salate da 400 euro che possono arrivare, nei casi più estremi, anche a tremila.
 

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A spingere i romani a rispettare le regole - pochissime le sanzioni elevate ieri - e anche a svuotare le piazze ci sono molteplici fattori: da una parte il maltempo ha indotto molti a tenersi lontano dal centro storico e dai luoghi di ritrovo solitamente frequentati dalle comitive dei più giovani e non solo, comprese “spritzerie” e ristoranti, con i tavolini all’aperto a rischio pioggia.

Trastevere, Campo de’ Fiori, San Lorenzo ma anche il Pigneto, per esempio, non rendevano indietro le immagini dell’estate appena trascorsa, con orde di ragazzi a creare resse e assembramenti pericolosissimi. Dall’altra la certezza di poter incorrere in multe elevate ha convinto anche chi è da sempre contrario all’uso della mascherina a restare in disparte. Risultato? In strada tre romani su tre avevano naso e bocca coperti.
Non solo all’aperto, ma anche nei centri commerciali e nei supermercati che, ieri, sono tornati a riempirsi, con entrate contingentate e le prime file fuori, (“cartoline”, queste ultime a cui ci si era abituati nel lockdown), le regole sono state rispettate.

È il numero dei controlli effettuati, in generale, dalla polizia locale e confrontato con quello relativo alle sanzioni elevate a fotografare la situazione: a fronte di quattromila verifiche compiute dai vigili nel corso della mattinata fino al tardo pomeriggio sono scattate appena 30 multe per violazioni accertate nel centro storico della Capitale e in quartieri come Ostia, Garbatella, Flaminio, Tor Bella Monaca e Aurelio. L’approccio dei caschi bianchi è soft: prima di arrivare alla multa per quei pochi trovati a volto scoperto viene ricordato l’obbligo di indossare la mascherina che è proprio lì, o sotto il mento o legata al polso. 

AUSTERITY
Ma quello che colpisce è il generale senso di responsabilità dimostrato dai romani e anche da quei pochi turisti arrivati da città come Torino e Bologna per trascorrere il fine settimana. Per alcuni la nuova ordinanza del Lazio - arrivata dopo un’impennata dei contagi (ieri l’andamento a livello regionale contava 261 positivi di cui 112 a Roma a fronte di 14 mila tamponi eseguiti) - «è un’ulteriore limitazione, dopo mesi di lockdown, privazioni e sacrifici ma comunque - commenta Francesco Rotili, studente universitario di Scienze Politiche - comprensibile per una pandemia che non tende a fermarsi».

«Del resto - aggiunge Vincenzo Granito un altro romano, a pochi passi dalla statua di Giordano Bruno - se vogliamo tornare a vivere una sorta di comune socialità dobbiamo capire che il modo più semplice per arrestare la diffusione del virus è quello di evitare i contagi e la mascherina se tutti la indossiamo serve proprio a questo. Mi dà fastidio? Certo, in alcuni momenti diventa insopportabile ma è l’unico strumento attualmente nelle nostre mani in assenza di un vaccino».

Insomma: meglio mettere - anche obtorto collo - la mascherina che rischiare nuovi lockdown. Se il cielo gonfio di pioggia di ieri decretava una volta per tutte l’archiviazione di una estate pervasa da una sorta di ebbrezza liberatoria, a fronte di un nuovo corso improntato a una certa austerity sociale, c’è chi non si abbatte e guarda già al Natale. Come al centro commerciale Porta di Roma, uno dei più grandi della Capitale: domani qui si inizieranno a montare le luminarie.

«Le accenderemo a metà novembre - spiega il Center manager Filippo de Ambrogi - quest’anno non faremo grandi eventi o concerti che possono creare assembramenti, ma vogliamo dare comunque allegria ai nostri clienti».

 

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