Covid Roma, negli ospedali allarme posti letto: sei sono già pieni. «Per la Sanità rischio lockdown» `

Covid Roma, negli ospedali allarme posti letto: sei sono già pieni. «Per la Sanità rischio lockdown» `
di Alessia Marani e Francesco Pacifico
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Lunedì 2 Novembre 2020, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 15:04

«Se il trend dei contagi continua con questa velocità, rischiamo il lockdown prima degli ospedali e poi del Paese», denuncia Massimo Andreoni, Direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive, in prima linea nella lotta al Covid anche dalle corsie di Tor Vergata. Non nasconde la preoccupazione e, come lui, molti altri colleghi medici che vedono riempirsi i reparti dedicati ai pazienti Covid ora dopo ora. I posti letto nei maggiori ospedali della Capitale, infatti, sono già tutti occupati. Parliamo di grandi e medie strutture come l'Umberto I, il Gemelli, il San Camillo, il Sant'Andrea, il Grassi, il Pertini, l'Icc di Casalpalocco e, appunto, Tor Vergata. Posti esauriti, con pazienti costretti a interminabili attese nei pronto soccorso prima che la piattaforma regionale che gestisce la rete riesca a trovare loro una sistemazione. Ed è per questo che anche ieri nel briefing quotidiano con i direttori sanitari l'assessore Alessio D'Amato è tornato a chiedere con maggiore impulso ai manager Asl di «trovare altri letti. E di farlo presto». Ma non sarà facile, perché per allestirne di nuovi bisognerà toglierli ad altre specialistiche e riconvertire il personale. Tanto che, per esempio, proprio a Tor Vergata dove tra oggi e domani i posti Covid verranno incrementati di 20 unità (i 117 attuali sono full), la situazione è talmente complessa che alcuni degenti in attesa di operazioni chirurgiche sono stati trasferiti in strutture private convenzionate. Qui, infatti, sono saturi anche i posti non Covid, circa 400 e ieri alle 21 c'erano 52 pazienti in pronto soccorso, oltre a 6 bloccati in ambulanza.

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Entro il 20 novembre la Regione vuole portare a 4mila i posti letto Covid, ma non è detto che ci si riesca. «Perché una operazione del genere veda luce - afferma Roberto Chierchia, segretario della Cisl Fp Roma - ci vorrà non meno di un mese, sempre che ci sia il personale per poterlo fare».

E forse sarà troppo tardi. All'Umberto I il dg Umberto Panella racconta che «su 255 posti letti Covid totali sono già occupati tutti quelli per i malati a bassa e media intensità e 33 delle 36 terapie intensive. Mentre parliamo - dice -, c'è un'altra decina di pazienti che attende in pronto soccorso». Nel policlinico universitario è frenetica la ricerca di spazi per i contagiati. «Chi viene qui, nel 99% dei casi va ospedalizzato, non può essere seguito a casa - continua Panella - E per creare nuovi letti dobbiamo destinare al Covid interi reparti, o sperare che ci sia disponibilità altrove». Sul Gemelli ha lanciato un campanello d'allarme Walter Ricciardi, il consulente del ministro della Sanità. «A Roma - scriveva ieri - Gemelli Covid pieno, 39 pazienti in attesa di ricovero ma oggi non viene dimesso nessuno, sono tutti gravi, con quelli in Pronto Soccorso in giornata saliranno a 80». Al riguardo, la Regione sta lavorando per trovare altri 40 letti nelle prossime ore. Mentre dallo Spallanzani, l'infettivologo Emanuele Nicastri invita i medici di base a identificare solo quei casi motivati che necessitano un ricovero.


Dal S. Andrea, il direttore sanitario Paolo Anibaldi spiega: «Siamo tornati ai livelli di marzo. Reggiamo perché abbiamo fatto una programmazione utile. Ma la situazione è vicina al limite: sono occupati tutti i 51 posti per la cura del virus, ma fortunatamente la terapia intensiva è occupata per meno della metà». Ci sono volute neanche una ventina di ore per riempire i 70 posti Covid allestiti una settimana fa nel padiglione Marchiafava del S. Camillo. «Appena aperto - spiegano dall'ospedale - sono stati dirottati da noi i tanti malati in attesa di ricovero altrove». Diciassette posti sono Covid multidisciplinari, ovvero si tratta di pazienti con altre patologie seguiti dagli specialisti appropriati. Situazione al limite anche al Pertini e al San Filippo Neri, mentre è nel caos il Grassi di Ostia, dove i ricoverati Covid sono di più del previsto: 28 per 20 letti e 7 in terapia intensiva contro i 4 posti a disposizione. Vicino alla saturazione anche Casalpalocco: pieni gli 80 posti, occupate 25 delle 30 terapie intensive e 17 delle 18 subintensive. Andreoni incalza sulla necessità di trovare «strutture dove trasferire i pazienti nel frattempo stabilizzati a cui poter dare una assistenza a bassa intensità di cura». Ricorda i grandi sforzi fatti dalla Regione per sopperire a tutte le necessità, ma avverte: «Considerato che questo trend durerà per diversi giorni anche se ora si chiudesse tutto, c'è il rischio che il lockdown degli ospedali arrivi prima. Con l'incognita dei contagi tra il personale stesso».
 

 

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