Covid, Roma e il Lazio immuni l'8 agosto. D'Amato: «A fine luglio avremo zero contagi»

Covid, Roma e il Lazio immuni l'8 agosto. D'Amato: «A fine luglio avremo zero contagi»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 20 Giugno 2021, 23:13 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 13:37

«Nella seconda settimana di luglio avremo vaccinato, con la doppia dose, il 60 per cento dei cittadini laziali che hanno più di 12 anni. L’8 agosto saremo al 70 per cento, la percentuale indicata come immunità di comunità. Ed entro la fine di luglio vedremo il traguardo di zero nuovi casi nel Lazio per Covid».


Alessio D’Amato, assessore laziale alla Sanità, da inizio pandemia non si è mai lasciato andare all’ottimismo, anzi spesso ha svolto il ruolo di cupa Cassandra. Forse per la prima volta, nel giorno in cui il Lazio segna zero decessi, appare meno pessimista, «anche se dobbiamo continuare a vigilare sulla variante indiana che, però, nel nostro territorio, almeno per ora, ha numeri pochi significativi». E su AstraZeneca avverte: «Presto avremo terminato i richiami, poi diremo al generale Figliuolo di non inviarci altre dosi di quel vaccino perché non sapremmo come usarle vista la limitazione agli over 60».

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L’ultimo dato giornaliero del Lazio parla di soli 68 nuovi casi positivi. Come se lo spiega?
«Stiamo vedendo gli effetti benefici delle vaccinazioni.

Abbiamo già eseguito 4,6 milioni di somministrazioni, il 60 per cento di chi può essere immunizzato ha ricevuto almeno una dose. Questo ha frenato la diffusione del virus. Dirò di più: tra i nuovi infetti, coloro che risultano avere concluso il percorso vaccinale sono rarissimi. E i ricoverati sono o non vaccinati o pazienti che avevano ricevuto solo una dose. Il vaccino sta funzionando e questo ci ha consentito di raggiungere un dato che non avevamo da agosto 2020».


Riusciremo a vedere quota zero sul fronte dei nuovi casi nel Lazio?
«Con questa tendenza è possibile, anzi auspicabile, che questo avvenga entro la fine di luglio. Anche perché l’8 agosto saremo già al traguardo del settanta per cento di persone che hanno concluso il percorso vaccinale nel Lazio. Già a metà del prossimo mese saremo al sessanta per cento. Noi, tra gli ultra sessantenni, non abbiamo il problema di convincere le persone a vaccinarsi, c’è una ottima adesione. Siamo già all’85 per cento. E avere protetto i soggetti fragili ci ha consentito di andare a una graduale riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid».


Le discussioni sulla seconda dose di AstraZeneca non hanno aiutato però i cittadini a comprendere, c’è ancora molto disorientamento.
«Alla fine è passata la nostra linea, penso sia giusto dare libertà di scelta, sempre su indicazione medica. Chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca può mantenere quel vaccino anche per la seconda, ovviamente se lo vuole. Presto però dovremo prendere una decisione, come Paese, su cosa fare con le fiale di AstraZeneca non utilizzate».


Cosa vuole dire?
«Partiamo da alcuni punti fermi: a noi serviranno altre centomila dosi per i richiami con AstraZeneca, anche se non possiamo prevedere quanti cittadini invece decideranno di eseguire la seconda dose con un vaccino differente. Dopo di che, non avremo modo di utilizzare ancora AstraZeneca, visto che è indicato solo per gli over 60 e noi siamo vicini a concludere quella classe di età».


Ma dunque cosa farà il Paese di queste dosi che resteranno inutilizzate? Appare un paradosso parlarne vista la carenza dei mesi scorsi di vaccini.
«Dovranno essere riversate nei canali europei o anche in altre regioni che sono indietro con gli over 60 e dunque ne hanno necessità. C’è anche il circuito Covax, destinato ai Paesi in via di sviluppo, stiamo comunque parlando un farmaco autorizzato che funziona nel prevenire il contagio del coronavirus. Di certo quei vaccini non vanno lasciati scadere, sarebbe eticamente inaccettabile».


Non rischiamo di trovarci, di nuovo, a corto di dosi per raggiungere l’obiettivo del 70 per cento visto che dovremo affidarci solo a Pfizer e Moderna?
«Io spero che a luglio le consegne di entrambi questi vaccini siano regolari, perché la nostra campagna vaccinale si baserà di fatto solo su quei due preparati».

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Riuscirete a riaprire le scuole in sicurezza con la maggior parte degli studenti immunizzati?
«L’obiettivo è quello di ritrovarsi alla prima campanella, a settembre, con la gran parte dei ragazzi protetti. Ce la possiamo fare, ne abbiamo già vaccinati 100.000 nella fascia di età 12-18 anni, con la prima dose. A breve partiranno i richiami».


L’8 agosto come festeggerete il raggiungimento del 70 per cento dei cittadini laziali vaccinati?
«Inizieremo a chiudere gli hub, prima di tutto. E stiamo preparando dei riconoscimenti, degli attestati, destinati a tutti i nostri operatori per il grande lavoro che hanno assicurato in questi mesi. Da quel momento la campagna vaccinale proseguirà negli studi dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e nelle farmacie».
Mauro Evangelisti

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