Covid Roma, i contagi scendono, ma lentamente: tre settimane per vedere i primi effetti del Dpcm

Covid Roma, i contagi scendono, ma lentamente: tre settimane per vedere i primi effetti del Dpcm
di Elena Panarella
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 17:27

I dati su base settimanale mostrano che le misure restrittive stanno avendo effetto, ma lentamente. Ed è questo a preoccupare esperti e governo. I numeri del bollettino quotidiano del ministero della salute sull’andamento dei contagi da Covid-19 confermano una situazione che presenta dei primi segnali di miglioramento ma con parametri ancora fuori controllo che impongono di mantenere alta l’attenzione. A partire dal tasso di positività, che oggi è risalito all’11,7% rispetto al 10,1% di ieri e che comunque - mantenendosi sopra il 10% - risulta essere ancora troppo alto. E troppi sono anche i decessi, sia pure in diminuzione: 484 nelle ultime 24 ore. Gli ultimi dati indicano 17.938 nuovi casi di Covid in Italia (contro i 19.903 di ieri), per un totale di 1.843.712.

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Ma facciamo un focus su Roma tanto per rendere l’idea. È vero che diminuiscono i casi testati e i ricoveri nel Lazio, ma aumentano i positivi sia a Roma che nel resto della regione, dove oggi (14 dicembre) si registrano 1.339 contagiati, ossia 145 in più nelle ultime 24 ore.

La Capitale torna sopra quota 600 casi Covid in un giorno: sono, infatti, 655 i nuovi casi contro i 573 di ieri. L’incremento è di 82 unità in un giorno. Ma riavvolgiamo il nastro all’inizio di novembre e con salti settimanali osserviamo l’andamento. Il 3 novembre il bollettino parlava di 1.132 nuovi casi a Roma; il 10 novembre (1.549); il 17 novembre (1.362); 24 novembre (1.483 contagi); 31 novembre (947 nuovi casi); il 7 dicembre 800 nuovi contagi. E così è pur vero che da quando è entrato in vigore il Dpcm i numeri sono scesi ma i primi segnali sono iniziati a vedersi solo dopo le prime tre settimane. Una asticella che sale e scende con piccoli movimenti rispetto a quanto si aspettavano gli esperti. Eppure c’è stata la chiusura delle scuole, la chiusura dei locali, ma allora viene da chiedersi dove bisogna puntare l’attenzione? È inutile negare che qualche difficoltà c’è proprio dentro gli ospedali che pur facendo l’impossibile per arginare i contagi tra il personale e i malati qualcosa sfugge sempre. 


I numeri degli ultimi giorni, commenta il direttore scientifico dell’Istituto per le malattie infettiva Spallanzani, Giuseppe Ippolito, «ci mostrano dunque che è in atto un lento decremento che è effetto delle misure di restrizione prese, ma la situazione resta di massima attenzione. Non possiamo sicuramente escludere la terza ondata della pandemia, ma sappiamo tutti - avverte - quali sono i comportamenti da adottare per evitarla o almeno per ridurne l’impatto. Ciò che accadrà a gennaio lo decideremo noi».

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