Covid, boom di casi a Roma: più bambini positivi. L'allerta dei pediatri

Covid, boom di casi a Roma: più bambini positivi. L'allerta dei pediatri
di Camilla Mozzetti
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Sabato 27 Febbraio 2021, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 02:05

Quasi 700 nuovi contagi in più, tra adulti e bimbi, in una sola settimana mentre i pediatri romani avvertono: «Il virus ha ripreso a circolare più velocemente tra i bambini e la positività resta anche fino a 30-35 giorni». Condizioni queste che minano la “resistenza” del Lazio in zona gialla. Ieri i nuovi positivi sono stati 1.539 (700 a Roma): più 283 in 24 ore e più 639 in soli sette giorni e a San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone, è scattata un’altra mini-zona rossa. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato è chiaro anche in vista del fine settimana in cui si prevede un aumento della circolazione: «La zona gialla aumenta le responsabilità, guai ad abbassare la guardia» mentre i pediatri si ritrovano a registrare una vera e propria recrudescenza di casi.

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«In virtù della comparsa delle varianti - spiega Teresa Rongai, a capo della Fimp Lazio, la Federazione italiana dei medici pediatri - non è un azzardo stimare un aumento di casi che oscilla tra il 6 e il 10% a seconda dei quartieri in un solo mese, da gennaio ad oggi». Valentina Grimaldi è una dei 670 pediatri del Lazio, lavora al Quarto Miglio, e nel suo quartiere i casi sono in aumento: «Solo in quest’ultima settimana i miei pazienti risultati positivi sono stati cinque.

Speriamo che questo aumento non si riversi sugli adulti come è accaduto in passato». Nel suo quartiere inoltre molte «classi scolastiche sono state chiuse». C’entrano anche i casi di variante mentre la negativizzazione dei piccoli tende ad allungarsi e «in alcuni casi ci sono bambini - conclude la Rongai - che restano positivi per 30-35 giorni».

Questo succede anche negli adulti e da protocollo ministeriale «dopo 21 giorni per il paziente asintomatico ma ancora positivo - prosegue la Grimaldi - concludiamo l’isolamento». Il fatto però che i piccoli siano per più tempo positivi dipende da un effetto “trascinamento” in quanto «l’eliminazione virale nel bambino è molto più lenta rispetto a quella dell’adulto», spiega Andrea Campana responsabile del Centro Covid Bambino Gesù di Palidoro. Dai test molecolari, ad esempio, emergono situazioni in cui i bimbi positivi si negativizzano prima ad uno dei tre antigeni del virus e poi via via agli altri due. Di certo però i pediatri si domandano se con la circolazione delle varianti non sia opportuno cambiare i parametri. «Adesso abbiamo tanti bambini positivi dopo 21 giorni - prosegue Campana - che però vengono mandati a casa ed escono dall’isolamento senza dover ripetere il tampone; ipotizziamo che questi bambini asintomatici vengano in contatto con nuovi positivi, ad esempio a scuola. Da prassi vengono tamponati e risultano naturalmente positivi ma come devono essere interpretati? Come delle reinfezioni? Si dovrebbero sequenziare i tamponi». 

Un altro aspetto che viene sottolineato è il seguente: «I piccoli più colpiti restano quelli che frequentano la scuola materna o l’elementare - conclude la Grimaldi - e se prima c’era una maggiore presenza di asintomatici ora anche i bambini manifestano i sintomi, che non sono gravi come quelli degli adulti, ma si compongono comunque di almeno tre giorni di febbre, raffreddore, mal di gola e gastroenteriti». L’incidenza dei ricoveri è fortunatamente molto bassa anche se «è passato un mese e mezzo dall’allentamento delle misure - conclude il responsabile del centro Covid di Palidoro - e quindi non si escludono nuove ospedalizzazioni». Infine, tornando ai contagi di giornata, oltre ai nuovi casi salgono anche i ricoveri: dai 1.807 di giovedì si è passati ai 1.830 di ieri: 23 casi in più. Diciannove i decessi.
 

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