Curano i malati Covid e danno risposte soddisfacenti in almeno il 90% dei casi. Al fianco dei vaccini contro il Sars-Cov-2 si diffonde l’uso dei farmaci antivirali, da ultimo autorizzati dall’Aifa, e il Lazio è in cima alla classica nazionale per somministrazioni e risultati.
Da una parte il “Molnupitavir”, o la pillola della Merck, dall’altra l’anticorpo monoclonale “Remdesivir”: i farmaci che servono a debellare l’infezione provocata dal Covid nei pazienti più fragili che, seppur vaccinati, possono entrare in contatto con il virus e manifestare poi la malattia ma anche in coloro i quali, pur avendo concluso il ciclo vaccinale, non sviluppano gli anticorpi. In base all’ultimo report dell’Aifa sull’uso di questi farmaci il Lazio è la prima Regione d’Italia per l’uso della pillola Merck e seconda, dopo la Lombardia (ma in rapporto alla popolazione complessiva prima) per il “Remdesivir”. Entrando nel dettaglio, 11.206 pazienti ospedalizzati, con un’incidenza del 14,1%, sono stati trattati con il “Remdesivir” rispetto ai 12.089 della Lombardia, mentre il “Molnupiravir” - somministrato a domicilio - porta il Lazio al primo posto del podio italiano con 219 infetti curati con questo farmaco. In 9 casi su 10 entrambi le terapie si dimostrano efficaci a debellare il virus. «I risultati sono molto buoni - spiega l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato - in quanto il 90% delle persone trattate guarisce dalla malattia.
LA SOMMINISTRAZIONE
La somministrazione dei due farmaci è diversa: la pillola della Merck è indicata entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e la durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse (da 200 mg) 2 volte al giorno, è di 5 giorni. Il “Remdesivir” può essere invece utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi ma la durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni. «Naturalmente questi medicinali non si trovano in farmacia - conclude l’assessore - hanno una prescrizione particolare e devono essere dati dai centri di autorizzazione dell’Aifa che nella Regione si trovano in 20 ospedali». Ma ecco le terapie funzionano e sommando questo all’ottimo trend sulle vaccinazioni il Lazio potrebbe presto uscire dall’emergenza. Ieri è stata infatti raggiunta la soglia del 70% di somministrazioni booster, l’obiettivo è di arrivare alla metà di febbraio a coprire il 90% della popolazione innalzando anche il livello della copertura sui bambini da 5 a 11 anni mentre il 2 febbraio si terrà un nuovo “Open day” per le donne in gravidanza. I positivi ieri contati sull’intero territorio regionale sono stati 12.663 e la curva tende ancora a scendere. Diminuiscono anche i decessi che si fermano a 28 ma crescono i ricoveri e gli ingressi in Terapia intensiva (2.341 i degenti totali). Intanto oggi ricorrono i due anni dalla comparsa del Covid a Roma. Il virus fu isolato in una coppia di coniugi di Wuhan ricoverati prima allo Spallanzani e poi al San Filippo Neri. Nel loro messaggio di ringraziamento prima di lasciare l’Italia dissero: «Auguriamo a tutti gli italiani di poter superare il prima possibile questo periodo difficile e di rialzare lo sguardo verso un cielo azzurro e un sole luminoso».
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