Ospedali, nuova allerta nel Lazio: «Troppi casi Covid, bloccati gli interventi»

Ospedali, nuova allerta nel Lazio: «Troppi casi Covid, bloccati gli interventi»
di Flaminia Savelli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Aprile 2021, 23:06 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 18:07

Interventi chirurgici sospesi e indice di occupazione della rete ospedaliera sopra l’80%: è ancora critica la situazione negli ospedali romani travolti dalla terza ondata della pandemia di Covid. Così la Regione Lazio, con una lettera firmata dal direttore dell’area rete ospedaliera Giuseppe Spiga, nell’ultima circolare inoltrata ieri conferma «lo stato di allerta in relazione al plateau elevato della curva epidemiologica e all’elevato indice di occupazione».

Un documento inviato a tutte le strutture sanitarie della Capitale impegnate nella gestione dei pazienti Covid, in cui viene specificato che il valore dell’Rt (indice di contagio) è sceso a 0,81.

Ma l’indice di occupazione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva ha toccato - nell’ultima settimana - l’ 85.3%. Dunque: «I dati settimanali indicano di attuare la fase di mantenimento per lo scenario di rischio 4» come già indicato il 12 marzo. Quando reparti e padiglioni sono stati riconvertiti per garantire i ricoveri ai contagiati. Con la flessione dei nuovi positivi era stato subito richiesto un aumento dei posti letto per un totale di 3mila per gli ordinari e 400 per le terapie intensive. Due settimane dopo, era arrivato un ulteriore incremento nella rete ospedaliera pari al 10% in più.


Intanto nella nuova circolare si ordina anche la «sospensione delle attività in elezione, a eccezione degli interventi collegati all’assistenza oncologica». 
Perciò sono sospesi gli interventi chirurgici che possono però essere “trasferiti” nelle strutture private e accreditate. Ma con i reparti “occupati” dai contagiati e le sale operatorie ferme, sono proprio i pazienti no Covid la nuova emergenza.

 
Un allarme già scattato negli scorsi mesi. A lanciarlo sono stati proprio i medici. E sono, ancora una volta i numeri a preoccupare. Secondo l’ultimo aggiornamento relativo alle patologie cardiache, 4 malati su 10 trascurano i sintomi non andando in ospedale.

 
GLI ACCESSI ORDINARI
«La percentuale dei pazienti con patologie cardiache che trascurano controlli o sintomi è sempre più significativa. Con gli ospedali impegnati con l’emergenza del Coronavirus, questi pazienti sono finiti in fondo alla lista delle priorità ed è un segnale molto serio» commenta Giuseppe Pajes, cardiologo e presidente dell’associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco). 
La soluzione? «Al momento - risponde Pajes - non abbiamo alternativa. Dobbiamo iniziare a valutare l’ipotesi di organizzare ospedali da dedicare solo ai malati Covid e allo stesso tempo, strutture per i pazienti non contagiati dove possono essere controllati, visitati e dove poter ricominciare le attività ospedaliere ordinarie. Non c’è un’altra strada».

 
Ma insieme ai pazienti con patologie cardiache ci sono anche i malati cronici, i diabetici: «Gli ospedali ora hanno la capacità di far fronte alle altre emergenze» conferma Antonio Magi, presidente dell’ordine dei Medici che aggiunge: «Ci preoccupa quanto questo possa incidere sulla qualità della vita». 
Anche in questo caso, sono i numeri a raccontare: nel 2020 i decessi nel Lazio sono stati 63.944 contro i 58.928 del 2019. «La differenza e l’aumento dei decessi registrati - spiega il presidente Magi - non sono dovuti solo a chi è stato stroncato dal virus. Ma anche a quei malati che con gli ospedali pieni, hanno rimandato controlli o sottovalutato sintomi». 
Da quanto registrato, i decessi “no Covid” sono stati infatti 1.798: «Il nostro obiettivo- dice Magi - è cercare un’alternativa e studiare un piano sanitario che nei prossimi mesi possa far fronte a questa nuova emergenza. 
La rete ospedaliera -conclude - è in sofferenza, a fasi alterne da un anno».
LA GIORNATA
Infine i dati sulla rete ospedaliera secondo l’ultimo bollettino regionale: ieri dei 5.310 posti previsti, 3.375 erano occupati. 
Resta alto anche il numero dei nuovi positivi, sono stati 1.230 (+ 66 rispetto a lunedì) e 49 i decessi. A Roma invece: 584, contro i 696 del giorno precedente. Aumentano però anche i tamponi che sono stati 18 mila in tutta la regione (+ 4.600 in più in un giorno) e oltre 20 mila antigenici per un totale di circa 39 mila test: Il rapporto tra positivi e tamponi è a 6%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale è al 3%» ha commentato l’assessore alla sanità laziale Alessio D’Amato. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA