Lazio, le terapie intensive tornano a salire: «Serve la terza dose»

Nell’ultima settimana 2 ingressi al giorno: aumentano anche i non vaccinati. Cauda: ancora sotto la soglia critica

Lazio, le terapie intensive tornano a salire: «Serve la terza dose»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 07:46

L’onda che si vedeva in lontananza continua a crescere: salgono i nuovi contagi e si avvicinano alla soglia dei mille positivi al giorno. Ieri nella Regione Lazio sono stati contati 827 nuovi infetti, 232 in più sul giorno precedente e come sostengono primari e virologi al crescere dei casi aumentano, di riflesso, anche i ricoveri ospedalieri nei reparti ordinari e in quelli di Terapia intensiva. L’indice di occupazione dei posti letto «è ancora sotto la soglia critica - spiega Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive del policlinico Agostino Gemelli - Nel Lazio l’occupazione delle Terapie intensive è al 6%,quella nei reparti ordinari all’8%, la zona gialla che minaccia altre Regioni scatta se i livelli toccano rispettivamente il 10 e il 15%». 

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Tuttavia proprio nei reparti più critici, quelli appunto di Terapia intensiva, gli ingressi sono aumentati del 25% rispetto a una settimana fa.

Da 61 pazienti gravi si è arrivati lunedì a 75 e seppur ieri ci sia stato un ricovero in meno su lunedì, in media due pazienti al giorno varcano la soglia di questo reparto. Chi sono però i degenti? Qual è la loro storia? Dato per certo che nel 90% dei casi si tratta di persone non vaccinate, che hanno deliberatamente scelto di non intraprendere il percorso di immunizzazione, c’è anche chi viene ricoverato in Terapia intensiva avendo chiuso il percorso vaccinale. Questo non significa affatto che l’immunizzazione non abbia valore, al contrario. Tra i ricoverati ci sono persone con un ciclo vaccinale chiuso da più di sei mesi che pertanto non hanno ancora ricevuto la terza dose. Persone fragili e over 50 con patologie pregresse che pur protette finora dal vaccino hanno gradualmente iniziato a perdere anticorpi in un momento in cui, invece, la circolazione del virus è tornata - complice anche la stagione - ad inasprirsi. Motivo per cui proprio gli specialisti sottolineano l’importanza del richiamo in terza dose ( ieri sono partite le prenotazioni sul portale della Regione per gli over 40 che potranno iniziare con i richiami il prossimo primo dicembre).

 

Al policlinico Umberto I, i posti di Terapia intensiva aperti sono quasi tutti occupati, al Gemelli ieri risultavano ricoverati 21 pazienti, 15 in sub-intensiva e 101 nei reparti ordinari. Un mese fa, ovvero il 17 ottobre, il totale segnava 100 ricoveri in tutto. Ad aumentare negli ultimi trenta giorni sono stati per la maggior parte i ricoveri ordinari ma anche quelli nella Terapia intensiva. Al policlinico di Tor Vergata la «terapia intensiva - spiega il primario Massimo Andreoni - al momento è lasciata ad altre emergenze ma abbiamo portato i posti letto dei reparti ordinari a 28 che diventeranno poi 40 nei prossimi giorni e tra questi sei saranno riservati alla Terapia sub-intensiva».

Per Andreoni, che è a capo anche della Società italiana di malattie infettive, l’aumento dei ricoveri dipende dalla «recrudescenza dei contagi» perché «c’è maggiore circolazione del virus e inevitabilmente anche per i soggetti vaccinati è più facile trovare l’infezione. Sappiamo che il vaccino protegge al 70% dall’infezione, al 91% dall’andare in terapia intensiva e al 95% dalla morte ma dobbiamo contare sempre un 5-10% di casi gravi, per questo è fondamentale tornare a vaccinarsi in terza dose». Negli Hub della Regione sono disponibili più di un milioni di “slot” di prenotazioni per i richiami e le somministrazioni, rispetto a una settimana fa sono aumentate dell’8,5%. Di queste il 70% è composto proprio dai richiami in terza dose.

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