Covid Lazio, 4 morti ai Castelli nella casa di riposo: aspettavano il vaccino

Covid Lazio, 4 morti ai Castelli nella casa di riposo: aspettavano il vaccino
di Camilla Mozzetti e Chiara Rai
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Martedì 26 Gennaio 2021, 00:14

A giorni si sarebbero dovute sottoporre ai vaccini anti-Covid invece quattro anziane sono morte e 46 persone lottano contro il virus. La Asl Roma 6 aveva raccolto le loro adesioni e le prime iniezioni erano previste a giorni: a partire già dal 27 gennaio. Non ne hanno però avuto il tempo perché il coronavirus era già entrato nella casa di riposo Cuore immacolato di Maria a Grottaferrata, gestita dalle suore dell’ordine “Povere figlie della visitazione di Maria” la cui casa generalizia si trova a Napoli. La casa religiosa è inquadrata come struttura socio assistenziale autorizzata all’esercizio dal Comune ma non è accreditata con la Regione Lazio né figura come una Rsa. Pertanto i vaccini agli ospiti sarebbero arrivati in un secondo momento.

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Ma il Covid ha battuto tutti sul tempo arrivando a far divampare un focolaio - il secondo a Grottaferrata in meno di un anno - che ha portato anche al decesso di quattro anziane tra i 64 e i 97 anni.

Tutto inizia lo scorso 13 gennaio quando una donna accusa i sintomi del virus, le suore avvisano i sanitari e il giorno seguente la Asl Roma 6 compie tamponi a tappeto. Le degenti, 36, risultano tutte positive, a loro si aggiungono anche sei suore e quattro operatori socio sanitari per un totale di 46 persone infette. Partono i ricoveri che però non avvengono tutti nello stesso giorno ma si susseguono dal 14 gennaio al 22 gennaio, le ambulanze del 118 trasferiscono 19 persone dividendole tra il Noc, l’ospedale dei Castelli, il policlinico di Tor Vergata, l’ospedale di Frascati, il Sant’Eugenio, Villa Tiberia. Ad oggi la situazione resta critica perché nei reparti, comprese le terapie intensive, si trovano ancora 17 persone - fanno di conto all’Asl Roma 6 - e due di quelle che avevano lasciato la casa di riposo sono morte.

I DECESSI

Si tratta di una donna di 88 anni P. P. deceduta il 22 gennaio a Tor Vergata e di V. P., 64 anni, scomparsa domenica poco dopo le 12 sempre a Tor Vergata. Tra le ospiti che hanno perso la vita c’è anche una suora di 97 anni R. S., che era rimasta nella casa di riposo e che è morta il 22 gennaio e S. M. B., 81 anni, scomparsa il giorno seguente sempre dentro la struttura perché aveva rifiutato il ricovero. Degli altri positivi - tra le ospiti, le suore e gli operatori - 18 si trovano nella casa di riposo, 1 assistente a casa. Ieri si è proceduto con la sanificazione degli ambienti mentre oggi verranno eseguiti nuovamente i tamponi e a Grottaferrata arriveranno le Uscar della Regione, dirette da Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Federazione medici di medicina di base, per compiere nuovamente tutte le analisi. Le condizioni degli infetti non sono critiche, l’amministrazione comunale tramite la protezione civile e la Croce Rossa Italiana ha provveduto a fornire cibo e beni di prima necessità, compresi due saturimetri e diversi dispositivi sanitari. A salvarsi per il momento dal contagio sono due cuoche e la responsabile della casa di riposo, Suor Maria che non riesce a spiegarsi come il virus si sia fatto largo nella comunità.

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Non è escluso che il Covid-19 sia stato portato in struttura da uno dei 12 operatori che da tempo lavora nella casa religiosa prestando però servizio anche al di fuori. Ieri a Grottaferrata sono arrivati anche i Nas che hanno acquisito tutta la documentazione e verificato le condizioni interne. Non sono escluse sorprese anche perché se nelle strutture di riposo accreditate ed Rsa ogni 15 giorni vengono fatti i tamponi al personale impiegato - e le varie Asl ne tengono il polso - per le case di riposo private in genere questa supervisione manca. Fino a che non esplode il caso acclarato. 

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