Covid Lazio, per feste e matrimoni torna il numero chiuso: tamponi dai privati

Covid Lazio, per feste e matrimoni torna il numero chiuso: tamponi dai privati
di Francesco Pacifico
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Martedì 29 Settembre 2020, 00:00

Feste a numero chiuso. Mentre per le mascherine anche nei luoghi all’aperto è questione di giorni. Al massimo una settimana. Perché in Regione, con l’indice RT - quello che indica il tasso di “contagiosità” dopo l’applicazione delle misure per contenere il diffondersi del Covid - che viaggia verso quota 1, sono già pronti a pubblicare l’ordinanza che introdurrà anche nel Lazio, come in Campania, l’obbligo di indossare anche all’aperto il Dpi, di coprire naso e bocca anche se non si è vicino ad altre persone. Ma nella stessa ordinanza l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, è pronto a inserire anche un’altra stretta: contingentamento per il numero dei partecipanti alle feste private: quelle nei locali, quelle di compleanno, quelle di laurea o di matrimonio, cambia poco. 

Covid Lazio, bollettino oggi 28 settembre: 211 nuovi casi (73 a Roma) e tre morti. Focolaio in una casa di riposo

LA SITUAZIONE
Nel Lazio la situazione è sempre più critica. Nelle ultime 24 ore, dopo aver effettuato 8mila tamponi, si sono registrati 211 nuovi casi (di questi 73 a Roma) e tre i decessi. Il giorno prima, dopo quasi 9mila tamponi, in tutta la Regione si erano avuti 181 positivi (79 nella Capitale) e un morto. Spiega Pierluigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei medici del Lazio e in prima linea ai drive-in gestiti dalle Asl e dalle Uscar, le unità operative con personale medico e infermieristico della Regione: «In questa fase dobbiamo fronteggiare soprattutto cluster familiari. Stiamo pagando gli effetti delle vacanze, con il virus che è stato trasferito nelle famiglie, nelle scuole e negli uffici. Ora non resta che aumentare i controlli, e i tamponi, per limitare il diffondersi del contagio».

FOCOLAI DOPO I PARTY 
In quest’ottica la Regione sta studiando una nuova stretta sui luoghi e sulle occasioni dove si creano maggior assembramento. E, come ha spiegato l’assessore D’Amato ai suoi, «molti cluster si sono creati soprattutto dopo che si sono tenute delle feste». Nel piano della Regione - che sarà ultimato nelle prossime ore e che sarà contenuto nell’ordinanza dove è previsto l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto - è previsto che saranno autorizzate soltanto le feste dove non si verificheranno assembramenti. Di conseguenza, l’unica soluzione è quella di contingentare gli eventi privati, di farli tenere a numero chiuso, con i partecipanti - per mantenere la distanza di un metro - commisurati allo spazio dove si tengono le feste. E poco importa se parliamo di ricevimenti di matrimonio, di laurea, di compleanno, comprese quelli tenuti nelle case private, oppure le serate danzanti in locali pubblici. 

LE CELEBRAZIONI
Per quanto riguarda gli appuntamenti all’aperto, comprese le celebrazioni pubbliche, saranno confermate le regole attuali, con il distanziamento, la riduzione degli avventori e l’uso della mascherina. Sempre la Regione sta studiando anche una stretta nei controlli, chiedendo alle forze dell’ordine di controllare anche nelle abitazioni. come succedeva durante i giorni del lockdown.
Come detto, le feste sono state spesso alla base della nascita di cluster, che si sono poi estesi oltre gli ambienti e le compagnie di riferimento. E sono tanti i casi in questa direzione riportati finora dalle cronache. Per esempio, il focolaio scoppiato tra i peruviani residenti a Roma è sorto dopo che una componente della comunità ha festeggiato con alcuni connazionali il suo compleanno in una discoteca sulla Casilina. Anche i casi registrati in alcune scuole della Capitale (come all’Orazio o al Falcone e Borsellino) si sono moltiplicati dopo che gli studenti avevano partecipato ad alcune feste.

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