Covid, i ribelli dell'isolamento fiduciario: «Molti lo violano e generano focolai»

Covid, i ribelli dell'isolamento fiduciario: «Molti lo violano e generano focolai»
di Stefania Piras
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Domenica 25 Ottobre 2020, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 20:15

Succede anche che chi è in isolamento perché sta aspettando di sapere se ha contratto il Covid esca liberamente, o provi comunque a farlo. «Molte persone chiedono se possono accorciare i tempi dell'isolamento perché troppo lunghi. Voglio essere chiara: non si può, bisogna rispettare i tempi indicati dal medico. Siamo pieni di casi di pazienti che hanno continuato il proprio stile di vita mentre erano in attesa di un referto. La conseguenza è stata che quelle persone hanno creato dei cluster (dei raggruppamenti di persone poi risultate positive al coronavirus, ndr)», racconta Annamaria Roscioni, responsabile del numero verde Covid attivato dalla Regione Lazio. Lavora sette giorni su sette, i turni dei medici che rispondono al telefono sono a ritmo serrato: arrivano più di 3000 chiamate al giorno. 

Dottoressa Roscioni, che differenza c’è tra le telefonate postvacanziere che ricevevate ad agosto e quelle di adesso?

«Sicuramente il numero. Per quanto attiene ai contenuti delle chiamate del post vacanze, la richiesta dell’utenza era limitata ai percorsi da seguire al rientro da quelle zone in cui c’erano focolai ben noti ed identificati: penso ad esempio alla Sardegna. Si trattava di persone senza sintomi e/o contatti occasionali di casi positivi. Le chiamate di adesso sono invece di persone con sintomatologia influenzale o parainfluenzale, quindi Covid assimilabile, che vogliono chiarimenti sui percorsi di diagnosi e cura da seguire. Oltre alle chiamate dei contatti stretti di persone a cui è stata confermata la diagnosi di Covid-19, che chiedono chiarimenti sulla possibilità/necessità di effettuare tamponi».

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Come ci si sta contagiando?

«Da quello che riscontriamo dalle chiamate ricevute, è evidente che il virus stia circolando di più che a marzo, quindi contagiarsi adesso è più facile, perché più alta la probabilità di avere contatti con soggetti contagiosi che, quasi sempre, sono nella fase clinica di assenza di sintomi o con sintomi lievi. È molto importante, quindi, mantenere elevata la protezione anche nei contesti amicali e familiari, facendo molta attenzione nei contatti con le persone anziane che devono assolutamente essere protette dal virus».

Le domande più frequenti degli utenti che vi chiamano?

«Al momento riceviamo più di 3.000 chiamate al giorno.

Arrivano chiamate di tutti i tipi: dal non residente nel Lazio che chiede come accedere ai servizi, alla spiegazione dei provvedimenti di quarantena ed isolamento fiduciario. Se volessimo fare una classifica, possiamo dire che le domande più frequenti riguardano i percorsi da seguire in caso di contatto con positivi accertati. C’è poi una buona parte di chiamate che arrivano dai contatti dei contatti stretti che chiedono se sia necessario sottoporsi al tampone, insieme con le chiamate di cittadini con sintomatologia influenzale che vogliono essere orientati verso il corretto percorso di diagnosi e cura. Molti, inoltre, richiedono informazioni sulla diversa tipologia di tamponi e le modalità di prescrizione ed esecuzione».

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Quali informazioni essenziali vuole dare all’utenza?

«In caso di sintomatologia influenzale e parainfluenzale, è necessario avvisare prioritariamente il proprio medico curante o il pediatra di libera scelta. Il professionista medico, che conosce la storia clinica del paziente, saprà sicuramente indirizzarlo verso il percorso più corretto per la gestione della malattia. Chiamare il numero verde 800118800 per avere informazioni: al numero verde lavorano medici, infermieri e psicologi, capaci di rispondere a tutte le richieste di informazione sul Covid-19. Ricordo inoltre che il numero verde non può prescrivere ricette per i tamponi o per i medicinali. Limitarsi a ricorrere ai servizi di emergenza sanitaria (118 o Pronto Soccorso) solo nei casi di compromissione dei parametri vitali, o se la sintomatologia si presenti in forma severa nei pazienti con altre patologie note (cardiovascolari, polmonari, neoplastiche…) Mantenere il distanziamento, rispettare le regole, non sottovalutare il rischio di contagio. É l'unico modo per sconfiggere il virus. Purtroppo i cittadini pensano a mantenere le distanze con gli sconosciuti, ma il virus contagia anche i nostri amici e quindi, con un po' di sacrificio, possiamo superarlo. Distanze, mascherine e lavaggio accurato delle mani. Sempre».

 

Quando devo riccorerre all'esecuzione di un tampone presso una struttura privata?

«Il tampone è sempre prescritto da un medico con una ricetta rossa o dematerializzata (comoda perché si può ricevere via mail). Anche la ricetta in carta bianca, libera va bene. La stanno usando molti utenti che devono fare un test per motivi di viaggio. I tamponi non vanno eseguiti subito dopo essere stati colti dal dubbio di essere stati a contatto con un caso positivo accertato. Ci sono delle tempistiche precise, mi rendo conto che gli utenti si stanno facendo prendere dall'ansia e vogliono eseguire il tampone ma bisogna seguire le indicazioni del medico curante». 

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 Quali sono gli errori più comuni?

«É una domanda correlata alla precedente. Gli errori più comuni sono quelli di ricorrere ai servizi di emergenza sanitaria (118 o Pronto Soccorso) in assenza di reale necessità. Altro errore comune è quello di voler eseguire accertamenti diagnostici (tamponi) in assenza di specifica indicazione del proprio medico curante o dei servizi preposti delle ASL, oppure voler accorciare i tempi rispetto a quanto espressamente indicato dagli stessi soggetti. Questi atteggiamenti non aiutano a contrastare la pandemia, ma rischiano solo di far collassare un sistema sanitario che, con grande fatica, sta cercando di arginare questa nuova ondata pandemica».

C'è chi vorrebbe accorciare i tempi, cioè?

«Abbiamo riscontrato molte storie di persone in attesa di un tampone che hanno continuato il proprio stile di vita, e quindi a uscire e incontrare altre persone. Ci rendiamo conto che i tempi sono lunghi ma stiamo processando una quantità enorme di tamponi al giorno. Voglio fare un appello al senso di responsabilità:  bisogna aspettare il referto in isolamento, è molto importante».

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