Corso Fancia, folla ai funerali di Gaia e Camilla. Il prete nell'omelia: il senso della vita è guidare sbronzo?

Gaia e Camilla, il parroco ai funerali: il senso della vita è guidare sbronzo?
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Venerdì 27 Dicembre 2019, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 23:30

«A te», la canzone di Jovanotti, ha salutato l'uscita dei feretri di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due 16enni investite e uccise a Corso Francia a Roma. La messa alla parrocchia del Preziosissimo Sangue, in via Flaminia Vecchia, al Fleming, dove le due ragazze vivevano e dove, quella notte, stavano rientrando prime di essere falciate per strada.

Tantissimi ragazzi hanno affollato la chiesa. Decine le corone di fiori per le due amiche. Sul luogo dell'incidente è stato affisso uno striscione «Ciao Angeli». Una donna si è accasciata a terra fuori dalla parrocchia. La donna, probabilmente una parente, è stata immediatamente soccorsa e portata via in barella. Le due bare bianche sono entrate in chiesa, una accanto all'altra. Grande commozione da parte dei tanti amici delle giovani, fra cui anche i compagni di classe della terza C del liceo linguistico De Sanctis. Tanti anche i residenti del quartiere che pur non conoscendo le ragazze hanno voluto portare loro l'ultimo saluto. In chiesa, insieme a tante altre, la corona di fiori inviata dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi.

L'OMELIA «Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia». Così ha esordito il parroco don Gianni Matteo Botto nel corso dell'omelia ai funerali di Gaia e Camilla, sottolineando «l'insensatezza di ciò che è avvenuto». L'omelia del sacerdote si è basata su tre parole-chiave: buio, speranza e amore, «l'amore che dà senso alla vita», ha detto.

«Camilla aveva chiesto pochi giorni fa a pranzo cn i genitori e la sorella Giorgia cosa fosse il senso della vita. Quando ti metti a guidare sbronzo o fatto è questa la vita? Mandarla in fumo? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un pò palloni gonfiati. Il senso della vita non é bere e fumarsela».

 

 


Pietro Genovese, il figlio del regista Paolo Genovese, che si trovava alla guida dell'auto che le ha investite, si trova adesso ai domiciliari. Probabilmente quella notte non aveva assunto droghe, ma aveva un tasso alcolemico alto e correva. Pietro Genovese non era da solo in macchina quando sabato notte ha investito su Corso Francia: con lui c'erano due amici.

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